Per la serie dei libri del mese, e visto che e’ da settembre che saltiamo questa rubrichina (sarebbe da chiamare questa volta ‘i libri dei
La versione di Barney e’ un libro divertente, un racconto scritto sotto forma di autobiografia delle vicende di Barney Panofsky, un ricco ebreo canadese alle prese con la sua memoria e con la sue versione dei fatti. Barney la scrive perche’ vuole raccontare come e perche’ e’ morto il suo amico Bernard “Boogie” Moscovitch, tentando di scrollarsi di dosso una accusa di omicidio lanciatagli da uno dei suoi compagni di avventure letterarie e sbronze in quel di Parigi. In mezzo a confusi ricordi che si continuano a fondere con il presente, anche a causa di una incipiente malattia del protagonista, l’amore incondizionato per Miriam, l’unica e vera grande passione della sua vita (insieme all’hockey su ghiaccio) e le telefonate con i suoi tre figli, Michael, Saul e Kate. Recentemente ho visto anche il film e, come per la trasposizione cinematografica di Hunter Thompson, Le cronache del rum (ne parlo in qualche post passato, cercatevelo!), sono rimasto leggermente deluso. Probabilmente avranno avuto i loro motivi, ma perche’ spostare temporalmente i fatti parigini inserendoli in una Roma anni ’60? Quale senso ha a livello di sceneggiatura togliere un figlio passando da tre a due? Misteri insondabili di Hollywood! Comunque, voto 7
Altro centro e’ Skagboys. Eccezionale, tutta un’altra cosa rispetto al penultimo romanzo di Irvine Welsh, Crime. Qui si torna nella fottuta corea di Leith dove ritroviamo i personaggi di Trainspotting. Renton, Sick Boy, Francis Begbie, Spud e tutta l’allegra banda di tossici. Un libro che, come prequel di Trainspotting (mentre Porno e’ il sequel) ci dona una trilogia da caminetto per leggere fiabe ai bambini sotto Natale (scherzo). Una chicca il tributo al Wigan Casino, tempio del Northern Soul e a citazioni varie musicali, dove ritroviamo anche il Renton Boy avventurarsi nel mondo Mod/Northern e il prode Keezbo, nonostante il peso, esibirsi tra un tiro di anfe e l’altro in evoluzioni da perfetto ballerino allnighter. Welsh ti fa entrare nel mondo di Renton e soci, ti fa assaporare con loro la caduta nel mondo delle pere e la loro difficile (forse) risalita. Voto 9.
Amedeo Guillet, Ahmed Abdallah Al Redai, detto ‘Comandante Diavolo’ e’ un
La grande camminata racconta di come l’autore, George Meegan, personaggio che definire stavagante è poco, sia riuscito in ‘soli’ sette anni a percorre, signori, a piedi, l’intero continente americano. Dalla Terra del fuoco all’Alaska. Un viaggio che ha dell’incredibile. La parte meno raccontata e forse più noiosa del viaggio è quella degli Stati Uniti, un paese fatto a misura di chi viaggia in macchina e l’unico posto in tutto il continente dove al nostro solitario camminatore è stato negato un bicchiere d’acqua…
Chiudiamo con due classici ‘Tenera è la notte’ di Francis Scott Fitzgerald e Martin Eden di Jack London. Il primo l’ho trovato stucchevole e noioso, almeno fino a metà del libro, incentrato sul jet-set anglosassone alla scoperta di Antibes neglianni ’20, quando ancora non se la filava nessuno, tra noiose ricche signore, omosessuali tristi e spacconate che solo i ricchi possono portare a compimento quasi impunemente. Nella seconda parte il libro invece si incentra sui coniugi Diver, i protagonisti, insieme alla giovane e bella attrice Rosemary Hoit, di vite basate su certezze materiali e spensieratezze e di un amore malato sbocciato in una clinica psichiatrica.
E Céline? Per lui un posto donore nel prossimo post ‘librario’
Martin Eden invece è dinamite. Mi sono scocciato di scrivere, quindi leggetevelo!