I libri del mese: Prima la musica poi le parole

Creato il 30 novembre 2013 da Nebbiadilondra @nebbiadilondra

 Da qualche giorno ho la Terza Sinfonia di Beethoven in testa. Al museo vado avanti e indietro per la mia galleria come un pesce rosso nella boccia e rispondo alle domande varie ed eventuali del pubblico mentre l'Eroica mi esplode nel cervello. Non che mi disturbi, sia chiaro. Sono in questo stato da quando ho finito di leggere la biografia di Riccardo Muti comprata durante la mia ultima permanenza a Bologna. Si chiama Prima la musica poi le parole. Un bel libro. E mi ha fatto ripensare a quella sera di Aprile 2010 quando io il Maestro l'ho visto in carne ed ossa dirigere alla Royal Festival Hall la Philarmonia di Londra in una serata di tutto Beethoven. Non avevo mai avuto la fortuna di vederlo all’opera Muti, che quand'è venuto a Bologna preferivo ancora Bono a Beethoven. 
Ricordo la mia trepidazione e lo sguardo divertito della mia dolce metà, quando l'ho visto entrare sul palco e prendere posto sulla pedana, altero, elegante e meno alto di quanto pensassi. Ricordo il silenzio totale e Muti che con gli occhi socchiusi, ha alzato una mano. Ricordo come quella mano ha dato inizio al ‘miracolo’. Perché per me che alle medie non ho mai imparato neppure a suonare il flauto, ogni concerto di musica classica continua ad essere un miracolo di perfezione e di magia. Mi perdo nella musica, nei volti degli orchestrali, nei movimenti sincronizzati degli archi che si alzano e si abbassano come un corpo che respira. Mi perdo nel volto del direttore d’orchestra e nei gesti delle sue mani, delle sue braccia quale naturale estensione della mente. Ogni concerto sono due ore di pura magia. E ciò che importa, dice Muti, "non è capire la musica da intenditore o melomane, ma recepirne un messaggio interiore, le emozioni che essa comunica". E per questo serve solo abbandonarsi ad essa e farsi portare lontano.

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