I libri dell'anno
Creato il 30 dicembre 2012 da Frencina
Ormai questo 2012 bisesto sta per finire e, come a ogni fine anno, è tempo di fare qualche bilancio. Noi abbiamo deciso di presentarvi i dodici libri letti quest'anno che ci sono rimasti dentro, che ci hanno colpite e che riteniamo tra i più significativi.
Herman Melville, Edgar Lee Masters, Jack Kerouac, Ernest Hemingway, Charles Bukowski, J.D. Salinger. Ma anche Raymond Carver, John Fante, Kurt Vonnegut. Fino a Philip Roth, Chuck Palahniuk, Don DeLillo, Bret Easton Ellis, David Foster Wallace, Jonathan Safran Foer... Questo è un libro sulla libertà, la libertà che si conquista attraverso la lettura. E questi sono i suoi alfieri disarmati, i suoi profanissimi santi protettori. Questo è un libro sui libri, un'ultima lezione di Fernanda Pivano a tutte le nuove generazioni, un testamento di speranza proiettato verso il futuro. E la biblioteca ideale della Nanda, i cento titoli che i ragazzi di tutte le età dovrebbero leggere per scoprire, godere, crescere, ognuno descritto da una scheda introduttiva. In alcuni casi sono riprodotti gli originali (e inediti) giudizi di lettura. Era il 1957 quando Fernanda Pivano, giovane come è sempre stata, in un giudizio di lettura caldeggiò con forza e passione la pubblicazione di "On the Road", scritto da un allora sconosciuto Jack Kerouac. Da allora la mitica Nanda non ha mai smesso di combattere per promuovere tutto quello che sapeva di nuovo, di libero, di rivoluzionario, per contagiare tutti con la sua passione. Con un progetto sempre chiaro in testa, che questo libro riassume e realizza: "Tutti i miei testi sono soltanto lettere d'amore; se scuotono dall'indifferenza qualcuno e lo inducono a interessarsi ad almeno uno dei libri descritti e al loro autore hanno raggiunto il loro scopo".
Questo saggio esalta l'amore per la luttura, per la letteratura, per le opere e per il genio di chi le ha scritte. E' un piccolo ed immenso capolavoro che spiega la magia dei libri e della lettura. E' un libro che non può mancare nelle librerie di chi ama leggere e che serve a ricordare che è libero chi legge.
È l'estate del 1962 quando Eugenia 'Skeeter' Phelan torna a vivere in famiglia a Jackson, in Mississippi, dopo aver frequentato l'università lontano da casa. Per sua madre, però, il fatto che si sia laureata conta ben poco: l'unica cosa che vuole per la figlia è un buon matrimonio. Ma Skeeter è molto diversa dalle sue amiche di un tempo, già sposate e perfettamente inserite in un modello di vita borghese, e sogna in segreto di diventare scrittrice. L'unica persona che potrebbe comprenderla è l'amatissima Constantine,la governante che l'ha cresciuta, ma la donna sembra svanita nel nulla e i tentativi di Skeet er di scoprire dove sia finita si infrangono contro un muro di silenzi imbarazzati. Come Constantine, anche Aibileen è una domestica di colore. Saggia e materna, ha un candore e una pulizia interiore che abbagliano: per un tozzo di pane ha allevato amorevolmente uno dopo l'altro diciassette bambini bianchi, facendo le veci delle loro madri spesso assenti. Ma il destino è stato crudele con lei, portandole via il suo unico figlio, morto in un incidente sul lavoro tra l'indifferenza generale. Da allora in Aibileen qualcosa si è spezzato, e nulla sarà più come prima. Minny è la sua migliore amica. Bassa, grassa, con un marito violento e una piccola tribù di figli, è con ogni probabilità la donna più sfacciata e insolente di tutto il Mississippi. Cuoca straordinaria, non sa però tenere a freno la lingua e viene licenziata di continuo per le sue intemperanze, fino a quando è assunta da una signora nuova del posto, che per la sua bellezza vistosa e le origini modeste è messa al bando dalla buona società bianca. Sono gli anni in cui Bob Dylan inizia a testimoniare con le sue canzoni la protesta nascente, e il colore della pelle è ancora un ostacolo insormontabile. Nonostante ciò, Skeeter,Aibileen e Minny si ritrovano a lavorare segretamente a un progetto comune che le esporrà a gravi rischi. Perché lo fanno? Perché i rigidi confini che delimitano la loro esistenza le soffocano. Perché il vento della libertà inizia a soffiare.
Il profondo Sud degli Stati Uniti fa da cornice a questa folgorante opera prima che ruota intorno ai sentimenti, all'amicizia e alla forza che può scaturire dal sostegno reciproco. Con la sensibilità che solo i grandi narratori hanno, Kathryn Stockett racconta le vite delle sue indimenticabili protagoniste, personaggi a tutto tondo che fanno ridere, pensare e commuovere con la loro intelligenza, illoro coraggio e la loro capacità di uscire dagli schemi alla ricerca di un mondo migliore.
Un libro semplicemente stupendo, che affronta un argomento importante e delicato con semplicità senza mai cadere nella banalità.
Non c'è null'altro da dire se non che è assolutamente neccesario leggerlo perchè aiuta a riflettere su tante cose, dalle più piccole e insignificanti a quelle più grandi ed importanti.
La vita, le convenzioni e il caso trasformano il colpo di fulmine tra Kemal e Fusun prima in una passione erotica travolgente e poi in un interminabile, languido corteggiamento. Per otto anni Kemal sarà al fianco di una donna seducente e irraggiungibile, nell'attesa e nella speranza di realizzare il suo sogno d'amore. Nel primo romanzo dopo il Premio Nobel del 2006, Pamuk ci regala lo struggente ritratto di un incontro e la storia indimenticabile di un'epoca e di una città, la sua, Istanbul.
Una storia d'amore triste e delicata per cui Kemal sacrificherà tutto: sé stesso, la sua vita, la posizione sociale, la famiglia, tutto per vivere quel profondo sentimento che prova nei confronti di sua cugina Fusun.
Questo romanzo ti entra dentro, scava in te e ti porta a riflettere su tante cose.
La storia di Homer Wells, un ragazzo dall'animo ricco di sentimenti e ideali, cresciuto nell'orfanotrofio di St. Cloud's nel Maine, e del medico-padre Wilbur Larch, che accoglie nel suo istituto neonati abbandonati e fa abortire povere donne che altrimenti finirebbero nelle mani di macellai. Larch educa il giovane e gli insegna la professione, nella speranza che un giorno prenda il suo posto. Homer preferisce lasciare l'orfanotrofio e seguire la propria via lavorando in una fattoria dove si produce sidro. Si renderà ben presto conto che non conosce nulla del mondo dei grandi, e che dovrà affrontare dolori, asperità, e percorrere molta strada per capire le regole della vita. Un percorso di crescita in un romanzo dall'atmosfera ricca di sentimento che affronta i quesiti esistenziali della vita, della morte e dell'amore.
Questo non è un libro che si legge d'un fiato, necessita di pazienza e di tempo per imparare a conoscere e ad amare tutti i suoi personaggi, dovete lasciare che ogni parla entri in voi e vi conquisti piano piano e non ve ne pentirete perché questo romanzo è profondo e carico di significato.
Tema conduttore è l'amore, per lo più mal ricambiato, frainteso o tradito, tra uomo e donna, tra madre e figlia, tra giovani amiche. Un gioco complesso, in cui è più facile perdere che vincere. Al tema costante dell'amore si affianca, e spesso si sovrappone, quello dell'esasperata pietà, della ribellione, trasfigurata in dolore, nei confronti della condizione della donna e dell'ingiustizia sociale, nel contesto di un mondo rurale per molti aspetti selvaggio e primitivo. I villaggi e le fattorie sperdute sulle aride colline o in mezzo alle torbiere sono popolate di donne derelitte, succubi di mariti rozzi e inetti, vittime di padri ubriaconi, spesso protagoniste di storie cupe e tormentate.
Una raccolta di racconti sull'amore maldestro, sfortunato, non ricambiato. L'autrice tocca le corde più dolorose con uno stile molto sobrio ed essenziale. Commovente...
Bologna, 1938. Michele Casali è uno scialbo professore di storia dell'arte, ingenuo e sognatore. E' sposato con Delia, donna di prorompente bellezza. Ma, soprattutto, è il papà di Giovanna, creatura debole e goffa che lui ama e protegge con strenua dedizione. Questo essere fragilissimo che lui vorrebbe a qualunque costo vedere felice va tuttavia progressivamente smarrendosi in un mondo tutto suo, fino a scambiare per realtà i desideri e le illusioni. Nel tracollo mentale di Giovanna. Michele troverà una ragione per amarla ancora di più, e insieme un'occasione per sciogliere i tanti nodi che stringono la vita della sua famiglia. Cronaca di un dramma familiare ambientato negli anni a cavallo della Seconda guerra mondiale, questa storia mette in scena con grazia singolare, e con la forza di una scrittura essenziale e diretta, lo struggente legame tra un padre e una figlia mentre restituisce il vivido ritratto di un'epoca e di quei luoghi -il microcosmo emiliano- che hanno una parte così rilevante in tutta la produzione narrativa e cinematografica dell'autore.
Mi ha colpito molto. Forse perchè anche io sono figlia unica di un padre amorevole che ha investito in me tutte le sue aspettative e la sua tenerezza. Chissà. Mi ha fatto soprattutto riflettere su quanto sia sottile la linea che divide la salute mentale dalla pazzia, e di quante "forme di vivere e pensare" esistano nel mezzo.
Uno scorcio di storia italiana dagli anni Trenta all'inizio della guerra, tra una valle bergamasca e Roma. Il mondo duro, ostile e chiuso della religione,della miseria, visto attraverso gli occhi allegri e feroci di Cecilia che,nonostante tutto, riesce a crescere. Che cos'era la scuola in quegli anni, in cui i piccoli montanari intabarrati nelle mantelle nere imparavano l'ABC del fascismo, l'Abissinia, i "tucul" dei negri? Abbandonati un'igiene e a un'alimentazione pietose e imbottiti di catechismi, i bambini alternavano gli stornelli come Pimpì oselì... alle ben più minacciose e altisonanti note di Garrisci al sol che abbella, gagliardo tricolore... Gli espedienti per sopravvivere si rivelano infiniti: i ragazzi si salveranno e salveranno il mondo.
Essere bambini nelle campagne del Nord Italia durante il Ventennio Fascista. Robe da duri! Tra case fredde, minestre da dividere con i fratellini, genitori non sempre buoni, le ore di catechismo con la suora, le influenze terribili... E naturalmente la maestra. Che a volte è per coincidenza anche la mamma. E lì sono dolori...
Questo romanzo lo devo proprio ricordare... Perchè il personaggio che fin da subito ho odiato di più si è rivelato il più buono, il più ricco di umanità, il più commovente. Un'epifania all'ultima riga!
Ralph è ossessionato dal tradimento della moglie, e lei alla fine confesserà. Al, per vivere più tranquillo, rapisce ai suoi bambini l'adorata cagnetta. Un disoccupato sul divano si nega ai creditori, ma un abile venditore riuscirà a farsi aprire la porta di casa.
Un padre dal cuore spezzato risale alle prime cause della morte del suo ragazzo, "fino al primo limone coltivato sulla terra. Se non ci fossero stati i limoni sulla terra, e non ci fossero stati i supermercati Safeway, be', Jim avrebbe ancora suo figlio, no?".
Racconti brevi, al massimo una decina di pagine, ma molto pungenti. Carver sa spiegare grandi cose, grandi concetti, grandi emozioni, con le parole del quotidiano, con una semplicità unica, mettendovi sotto gli occhi sconcertanti verità. Una piccola grande scoperta.
Questa storia inizia a New York nel 2000, quando, alle nozze del nipote, Joseph Kohn scorge tri gli invitati una donna dall'aria familiare. Gli occhi azzurro ghiaccio, l'ombra di un tatuaggio sotto la manica. Il presentimento gli toglie il respiro. Le chiede di mostrargli il braccio; non importa se è scortese, lui deve sapere. La certezza è lì, sulla pelle: sei numeri blu, accanto a un piccolo neo che lui non ha mai dimenticato. E allora le dice: "Lenka, sono io. Joseph. Tuo marito" Perché questa storia, in realtà, inizia a Praga nel 1939. Lenka e Joseph sono due studenti Ebrei, si conoscono poco prima dello scoppio della guerra, si innamorano, diventano mariti e moglie per lo spazio di una notte. Il giorno dopo, al momento di fuggire negli Stati Uniti Lenka decide di restare, perché non ci sono biglietti a sufficienza per la sua famiglia. Si separano con la promessa di ricongiungersi al più presto, ma Lenka finisce in un campo di concentramento. In mezzo all'orrore, fa ciò di cui è capace, dipingere, unico modo per dar" colore a ciò che è privato di luce, per dare forma a ciò che non si può descrivere. Mentre Joseph, in America, si specializza in ostetricia: solo aiutare a dare la vita gli consente di non farsi trascinare a fondo dalle voci di chi non c'è più. Quando ormai si crederanno perduti per sempre, ci sarà un nuovo inizio per entrambi.
Sono rimasta affascinata da questo libro. Una storia d'amore, romantica al punto giusto, immersa in un mare di distruzione e orrore. Dona speranza e soprattutto mostra che il lieto fine non è poi soltanto un sogno, un'utopia. L'autrice stessa afferma di aver iniziato con l'idea di una narrazione dedicata alla Shoah, e aver finito per raccontare invece una bellissima storia d'amore. Assolutamente da leggere.
Poeta dell'eccesso, Bukowski porta alta la bandiera di un anticonformismo californiano che ha una lunga storia alle spalle. Se in "Compagno di sbronze", forse più che altrove, la vena satirico-umoristica dell'autore assume talora coloriture selvagge o addiritture feroci, ciò consegue dal rilievo conferito all'atmosfera alienante di Los Angeles. Ma anche in questi racconti il vitalismo sfrenato, la scelta provocatoria dell'emarginazione e della provvisorietà, la sessualità eternamente in furore sono tanti sberleffi contro il perbenismo conformista, del quale qui si occupa opportunamente l'"Agenzia Soddisfatti e Rimborsati". In fondo al Sunset Boulevard, Charles Bukowski, il 'folle', il 'fallito', salda il conto con il Sogno Americano.
Bukowski si ama o si odia. Non possono esserci vie di mezzo! Io credo che meriti assolutamente il posto nella nostra top 12 perchè è un uomo che scrive ciò che pensa, senza filtri e senza orpelli. L'alienazione, la solitudine, la caducità sono temi che vengono trattati come se fossero pane e marmellata a colazione. Il nichilismo imperante che caratterizza Compagno di Sbronze per me ha colpito nel segno. Imperdibile.
Alessia ha quattordici anni da un mese. Una ragazzina come tante, che va a scuola e gioca a pallavolo. Dopo una pizza con le compagne di squadra ha appuntamento con sua madre per tornare a casa. Ma all’ora stabilita di lei non c’è traccia. Sparita nel nulla. Poco dopo Alessia è un nome su un foglio nelle mani dei carabinieri, un volto sorridente che i giornali e le televisioni esibiscono come un trofeo. Diritto di cronaca, lo chiamano. E il circo mediatico che si scatena si fa più grottesco a mano a mano che i giorni passano.Claudio Zanetti, un giovane immigrato di seconda generazione, sembrerebbe essere l’ultima persona ad aver visto la ragazzina. Mentre la gente del paese annusa già la tragedia ed è certa di aver trovato il suo colpevole, c’è qualcuno che ha più fretta di ritrovare Alessia, e trovarla viva. Gabriele Riccardi una volta era un poliziotto. Ora, dopo anni in fuga da se stesso, ha capito che non smetti mai di essere quello che sei, e se hai sempre rifiutato una giustizia fatta di compromessi, non puoi accettarne una vittima dei pregiudizi.Ora che è necessario abbandonare la superficie per scavare a fondo, tra segreti, menzogne e ricatti ignobili, è a lui che tocca. Prima che il tempo emetta la sua sentenza.
Penultimo libro letto nel 2012...e assolutamente uno dei più meritevoli. Sarà che Fogli per me è il numero uno, ma ho vissuto con i protagonisti della storia ore di ansia e angoscia per la vicenda, mi sono immedesimata in una madre che ha perso una figlia, in un padre combattuto, in un ex poliziotto alla ricerca di se stesso. Oltretutto l'autore è il migliore nel descrivere stati d'animo e sentimenti, tutte caratteristiche che io ricerco in un romanzo..quindi, al 100%!
Philippe, un giovane impiegato nell’ufficio marketing di una grande azienda di Parigi, si trova da un giorno all’altro senza lavoro. Il suo matrimonio inoltre è andato a rotoli da tempo, senza alcuna possibilità di recuperare un rapporto d’affetto con la ex moglie, tanto più che la donna sembra felice con il suo nuovo compagno. L’unica cosa che ancora dà un senso alla vita di Philippe è Clara, sua figlia. Per questo, nonostante non riesca più a far fronte alla spesa dell’affitto di un appartamento, o anche di una semplice stanza, e l’unica risorsa ormai siano diventati gli aiuti dei servizi sociali, Philippe cerca di restare a galla, di mantenere un’apparenza che gli consenta di poter continuare periodicamente a vedere la sua bambina, anche se è sempre più dura riuscirci. Un giorno, però, nel quartiere alla periferia della città dove passa le sue giornate, incontra un cane senza padrone, cui dà il nome di Baudelaire. Sarà proprio Baudelaire, autentico angelo custode randagio, a insegnare di nuovo a Philippe la speranza e, grazie all’aiuto di un venditore di kebab, della commessa di un forno e di altri abitanti del quartiere, a restituirgli la gioia di vivere e la fiducia in un domani migliore.
"Un inverno con Baudelaire" è un libro che lascia con tante domande che inevitabilmente chi affronta la lettura si pone. Philippe, giovane ventisettenne, con un matrimonio fallito alle spalle, viene sbattuto fuori di casa dalla moglie, che gli toglie anche la possibilità di parlare e vedere l'adorata figlioletta Claire. Una lettura che fa commuovere, pensare, ringraziare per ciò che possediamo e per le persone che ci sono accanto. E in ultimo, ma non meno importante, regala al lettore una grande speranza per il futuro.
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