I libri di viaggio sono di moda, ma più che il mondo ti fanno girare la testa.
I libri di viaggio mi piacciono quando dell’autore conosco la patria, la famiglia e l’indirizzo di casa: quando insomma uno dei due termini, il viaggiatore e le terre viaggiate, m’è già noto.
I viaggi invece descritti dall’uomo spugna che oggi si chiama cosmopolita mi ricordano il vano gioco delle nuvole che si riflettono nell’onda. Né di qua né di là sai dove appoggiarti.
Per un attimo ammiri, poi sbadigli e prendi sonno.
(da i Taccuini di Ugo Ojetti)