Siamo sempre più vicini alla realizzazione dell'unione tra uomo e macchina. Se solo un decennio fa poteva risultare un'idea da visionari, qualcosa di irrealizzabile se non dopo secoli e secoli di ricerca e sviluppo, ecco che appaiono sempre nuove protesi tecnologicamente avanzate, molto più avanzate di quanto ci si aspettasse.
Ed è il caso della i-Limb Pulse, una mano bionica che offre un incredibile grado di mobilità, probabilmente nulla che abbiate mai visto in precedenza.
La i-Limb Pulse è una protesi robotica di nuova generazione sviluppata dalla Touch Bionics, azienda britannica creatrice del modello "base", la mano i-Limb, in commercio fin dal 2007.
Se il primo modello di mano bionica era realizzata con materie plastiche altamente resistenti e tecnologie robotiche all'avanguardia, la i-Limb Pulse compie un ulteriore balzo in avanti, mostrandoci cosa ci riserva il futuro della bionica.
Il "telaio" è realizzato in alluminio, ed il design unito al materiale è in grado di sopportare un carico di 90 kg.
La nuova tecnologia sviluppata per la i-Limb Pulse consente di controllare la forza esercitata dalla presa, anche per ogni singolo dito, attraverso rapidi impulsi elettronici ad alta frequenza ai motori che controllano le dita.
Ma una delle caratteristiche più innovative della i-Limb Pulse è la possibilità di programmarla attraverso un software specifico ed una connessione Bluetooth. Questo consente di poter programmare nuovi movimenti e combinazioni delle dita, fornendo un grado di versatilità virtualmente illimitato, anche se legato alla flessibilità dell'hardware.
La i-Limb Pulse è stata impiantata per la sperimentazione sul pompiere Ian Reid, che ha testato la mano bionica compiendo attività di routine quotidiana. Reid ha perso la sua mano destra in un incidente sette anni fa, e sostiene che "la i-Limb Pulse è uno sviluppo tecnologico decisamente entusiasmante, in particolare per qualcuno come me, che cerca di tornare al grado di mobilità necessario per il servizio di vigile del fuoco. L'effetto pulsante aumenta la robustezza ed il grado di presa della mano, e probabilmente mi daranno il grado di funzionalità che sto cercando".
La prima versione della mano bionica, la i-Limb Hand, è ormai installata su più di un migliaio di persone di tutto il mondo. Sebbene meno avanzata della nuova i-Limb Pulse, la mano bionica permette di afferrare diversi tipi di oggetti, da tazze di caffè a monete, consentendo un ampio grado di manipolazione delicata e precisa rispetto alle tradizionali protesi artificiali.
Ma come è possibile controllare queste mani bioniche? Il concetto è apparentemente semplice, anche se la tecnologia che sta dietro al funzionamento non lo è: si sfrutta la "sindrome da arto fantasma", una sensazione comune in quasi tutte le persone che hanno subito amputazioni, e che fa sembrare di avere ancora l'arto rimosso. In questo modo vengono azionati i muscoli recisi che muovevano la mano, e le contrazioni di questi muscoli vengono rilevate da due elettrodi e trasmesse alla mano artificiale, che le traduce in movimenti.