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I limiti del naturalismo e la rinascita della filosofia cristiana

Creato il 09 gennaio 2013 da Uccronline

William Lane Craig e Alvin PlantingaDavvero interessante l’articolo del filosofo e teologo William Lane Craig apparso recentemente sul Washington Post. L’argomento è una critica al naturalismo, prendendo spunto dall’iniziativa dell’American Humanist Association di promuovere un sito web per bambini, fornendo un punto di vista naturalistico (o ateo) sulla scienza, la sessualità, e altri argomenti. 

Il naturalismo è fortemente sostenuto dal movimento dei “New Atheist”, che Lane Craig definisce «un fenomeno pop culturale privo intellettualmente di muscoli e beatamente ignorante della rivoluzione che ha avuto luogo nella filosofia accademica. Nei miei dibattiti con filosofi e scienziati naturalistici sono stato francamente sbalordito dalla loro incapacità di confutare i vari argomenti su Dio e fornire argomenti convincenti per il naturalismo»

Inoltre, ha continuato, il naturalismo deve affrontare gravi problemi di esistenza. Il filosofo Alvin Plantinga ha infatti sostenuto in modo convincente che il naturalismo non può nemmeno essere razionalmente affermato perché se è vero il naturalismo, allora la probabilità che le nostre facoltà conoscitive siano affidabili è piuttosto bassa (la questione è stata affrontata anche sul nostro sito web). In brevi parole: se il naturalismo fosse vero, non potremmo avere alcuna fiducia sulla verità delle nostre facoltà conoscitive, dunque anche la credenza del naturalismo in sé. Così, il naturalismo sembra avere una falla che lo rende incapace di essere razionalmente affermato.

Ma l‘umanista, prosegue il filosofo, ha problemi ancora maggiori. Secondo lui i valori morali oggettivi sono fondati sugli esseri umani e questo è in contraddizione sia con il teismo -il quale sostiene che i valori morali oggettivi sono fondati in Dio-, sia con il nichilismo, -il quale sostiene che i valori morali sono infondati e quindi in ultima analisi soggettivi e illusori-. «L’umanista», ha quindi concluso, «è impegnato in una lotta su due fronti: da una parte contro i teisti e dall’altra parte contro i nichilisti. In particolare, egli deve dimostrare che, anche in assenza di Dio, il nichilismo non sarebbe vero». 

William Lane Craig ha anche citato uno studio di Quentin Smith, docente presso il Dipartimento di Filosofia della Western Michigan University, intitolato “La metafilosofia del Naturalismo“, nel quale si spiega come la comunità filosofica oggi -al contrario del secolo scorso- sia in maggioranza formata da teisti cristiani, «con più di cinque riviste dedicate al teismo filosofico o alla filosofia della religione». La maggioranza dei filosofi naturalisti «ha reagito ignorando l’aumento di desecolarizzazione della filosofia, procedendo a lavorare nella propria area di specializzazione». Ha dunque riconosciuto Smith: «Dio non è “morto” in ambito universitario, è tornato in vita alla fine del 1960 ed ora è vivo e vegeto nella sua roccaforte accademica: il dipartimento di filosofia».

Lo stesso Lane Craig ha a sua volta confermato: «La rinascita della filosofia cristiana è stata accompagnata da una rinascita di interesse per gli argomenti dell’esistenza di Dio, basati sulla ragione e sulle sole prove, senza la risorsa della rivelazione divina. Tutti gli argomenti tradizionali per l’esistenza di Dio, come quelli cosmologici, gli argomenti teleologici, morali e ontologici, e nuovi argomenti, trovano intelligenti difensori nell’articolato panorama filosofico contemporaneo».


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