I lunedi degli ometti

Creato il 07 marzo 2011 da Bartleboom
Succede che a volte entro più tardi al lavoro. E dunque in questi casi assolvo il compito di portare gli ometti ai loro asili. E' una cosa stressante, chi non l'ha provata non può capire. Specie il lunedi c'è da affrontare il risveglio dell'ometto grande che come apre gli occhi comincia a realizzare la tristissima consapevolezza che è lunedì, e che gli tocca tornare all'asilo. Gli tocca uscire dal suo morbido e caldo guscio di letto per affrontare una vita che, di lunedì mattina presto gli sembra tanto difficile e scorbutica.
Poi passato il primo scoglio le cose si fanno, singhiozzanti, ma più facili.
L'ometto piccolo ha in genere il compito di rassicurare quello grande, "non piangere, ci saranno i giochi da fare".
Per strada mi prendono la mano, uno da una parte, l'altro dall'altra, e quando si arriva alla scuola materna l'ometto grande è pronto, suo malgrado, all'aspro distacco. Ma diventa quasi dolce, con quella sua silenziosa rassegnazione. Conclusa poi su un bacio mestamente sorridente dato al fratellino e a me che lo lasciamo lì.
Poi è il turno di quello piccolo. Ci incamminiamo per l'asilo nido, una decina di minuti che facciamo un po' a piedi, un po' caricato sulle spalle a cavalluccio. E lui sopra le mie spalle, stamani, con il piccolo zainetto sulla schiena e il cagnolino di peluche in mano che mi chiacchiera di tutto e di più. Per poi mettersi a canticchiare la canzone dei tre porcellini. Ecco, sentire quello scricciolo di voce che intona "siam tle piccoli polcellin, siamo tle, flatellin..." ripaga tutto, di più, ogni lunedì che verrà, ogni ansia da affrontare, ogni lacrima da succhiare via.
Ecco, ora può cominciare qualsiasi lunedì.

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