“L’esperienza pastorale porta quotidianamente a contatto con queste diverse e nuove forme di convivenza, determinando la necessità di accompagnare persone che cercano supporto nel vivere la loro particolare situazione in Italia e sollecitando una comprensione più ampia e profonda da parte della Celi di questo fenomeno”.
Di questo hanno discusso dal 30 aprile al 3 maggio, nel Centro Carraro di Verona, insieme all’elezione del Decano e del suo vice e alla presentazione del nuovo innario della Celi. Vedremo se e quale documento verrà fuori, perché magari poi una benedizione non la si nega a nessuno, ma discutere seriamente e serenamente di diritti omoaffettivi non basta solo una benedizione.
I luterani, che in Italia sono circa 7 mila, possono e debbono dialogare sul loro rapporto con le unioni civili gay; su come possono distanziarsi rispetto ad altri soggetti religiosi in temi che riguardano la vita e gli affetti di persone omosessuali e transessuali. Non tutte le questioni sul tema sono così limpide, almeno fuori dal nostro territorio; in molti casi le ragioni omosessuali, gli stessi aderenti alla chiesa luterana sono stati contestati proprio a causa della loro omosessualità e della loro unione di amore con altre persone dello stesso sesso.
Ora questa apertura dell’assemblea del Sinodo dei luterani italiani apre un varco importante sui diritti civili e probabilmente poco piacerà ai cugini cattolici. Potrebbe essere un passo importante se portato avanti e progredito nelle intenzioni. Vedremo!