Certe cose sono troppo private perfino per scriverle qui. Soprattutto quando non riguardano prettamente me e sono davvero davvero brutte. Soprattutto quando ci si è già passati una volta e ci si è considerati miracolati. Soprattutto quando accompagni la tua migliore amica a tagliarsi i capelli e tingerseli di blu e le dici che è bella e lei prima ride e poi piange. E tu muori dentro e lotti per non abbracciarla perché sai che se lo fai piangerai anche tu, e invece no, non puoi permettertelo, tu devi essere forte. Avevo scritto un post pieno di insulti e sfoghi e rabbia e "non è giusto". Ve lo risparmio, anche quello è una cosa mia, più precisamente il secondo stadio di elaborazione del trauma, a detta degli psichiatri. Sono solo stanca, di tante cose mie e ora di questo; vorrei che tutto si risolvesse per magia, per una volta, nel modo che scelgo io. Senza sofferenza, senza ansia, senza paura. Ma la vita non è un film, no? Possiamo solo aspettare, e sperare, e stare a vedere. E nell'attesa sentircisi sgretolare il cuore in tanti pezzettini che si sbriciolano dappertutto e provare a riacchiapparli e stringerseli di nuovo nel petto, ma nelle braccia tutti non ci stanno, e qualcuno a terra ci casca.
Mi sfogo in piscina, e quando ancora non basta, facendo la stronza. In fondo, dopo vent'anni di arretrato, oserei quasi dire che sia un mio legittimo diritto. E vi dirò, mi riesce anche piuttosto bene.