Tramano nell’ombra come i massoni d’un tempo, cospirano in segreto INGANNANDO nemici e (presunti) amici, brigano in silenzio come novelli Giani bifronte. È questa la nuova razza che va mutando nella nostra Fantalega. Segreti, bugie, raggiri sono il nettare di cui hanno bisogno per poter placare la loro sete di vittoria. Il fantallenatore del nuovo millennio, quello 2.0 che abbiamo lasciato prendesse vita è ormai all’apice della sua ascesa. Non esiste più una programmazione corretta e leale, improntata su quella buona dose di bravura alla quale il dio del Fantacalcio manda in sposa “Fortuna”, la sua figlia prediletta. Adesso l’imperativo categorico è “magheggiare”, imperativo al quale sembra non sia immune (quasi) nessuno. E così, pur di accaparrarsi una fetta di quella torta chiamata Gloria, che costa anni di sacrifici, di oculatezza, di equilibrio, si vende l’anima al miglior offerente, che negli anni ha sempre avuto gli stessi connotati, quelli del grande burattinaio che da dietro le quinte muove i fili con un’abilità senza pari. Dallo spavaldo Pulcinella ad dotto Balanzone, tutti si sono lasciati tentare dal richiamo intrinseco della scorciatoia. Quando però si tratta di vergare il malefico contratto (quasi) nessuno più ha la capacità di discernere il bene dal male. (Quasi) Nessuno rinsavisce, e cosa più importate (quasi) nessuno è stato ancora capace di prendere atto d’esser ormai una marionetta senz’anima (e mi dovete cogliere alla lettera), nella mani dall’oscuro burattinaio che risponde solo alla cupidigia e alla brama di successo.
I noiosi sproloqui riguardo una presunta “inattendibilità” del fantacampionato sono diventati solo ed esclusivamente uno specchietto per le allodole (meglio, per i polli). E così nel mentre si dibatte a fil di penna, infervorandosi fin troppo a difesa di un’equità formale messa in pericolo da una regola (promossa a maggioranza) che si vuol far passare come se fosse una promanazione del Diavolo in persona, allo stesso tempo si calpesta incuranti l’equità sostanziale, mattone imprescindibile di ogni sana e onesta competizione, soprattutto di quella promossa tra “amici” (nella quale, di fatto, si gioca senza metter mano al portafoglio, visto che l’amicizia è il miglior garante).
E così io dico:
- NO agli sconti sulle penalizzazioni (che alla luce di quanto succede dovrebbero essere aumentate, magari dando più peso al valore del nome).
- NO all’abolizione del modificatore, unica arma nelle mani di chi non attenta con dolo al LEALE svolgimento della contesa con espedienti e mezzucci miserevoli.
- SI al ripristino del precedente limite del blocco degli scambi: il primo anno che è stato accorciato le speculazioni di chi, spalleggiato da compiacenti e bisognosi accoliti, ha voluto farvi credere che non fosse “giusta” (sic!) una tale regola sono sotto gli occhi di tutti.
- Ma soprattutto dico BASTA al “doping fantasocietario”. Si vinca o si perda ma lo si faccia dovendo render merito solo ed esclusivamente a sé stessi, senza “l’aiuto da casa”, il quale macchia indelebilmente una vittoria e acuisce ancor più una sconfitta (considerazioni queste che non possono che essere condivise, a patto che, ovviamente, si abbia ancora un briciolo di sportività).
A buon intenditor poche parole…