In particolare in Italia, secondo il rapporto sulla situazione di 22mila siti di balneazione europei elaborato dall’Agenzia Ue per l’ambiente e dalla Commissione europea, la fotografia delle coste mostra che i siti balneari «di eccellente qualità sono passati in un anno dal 77,2% all’83%».
Certo si deve ancora migliorare, rispetto ai 133 siti balneari chiusi, o ancora i 242 che hanno presentato un numero insufficiente di campioni. Sempre più puliti in Italia anche fiumi e laghi: nell’85,8% gli standard obbligatori europei sono stati rispettati con un aumento del 13,1% rispetto al 2010. Ma ancora pi— positivi, i risultati del rapporto sulle acque dolci di eccellente qualità: in un solo anno sono saliti «dal 58,4% al 77,1%».
Questi ottimi risultati fanno dire al direttore esecutivo dell’Agenzia europea per l’ambiente, Jacqueline McGlade, che «il rapporto di quest’anno dimostra che le autorità italiane stanno lavorando bene per assicurare al Paese acque pulite e sicure». Certo – ammette McGlade – «c’è ancora da lavorare, soprattutto con particolare attenzione al cambiamento climatico che, in tutta Europa sta già mettendo le nostre risorse idriche sotto grande stress». Concorda il commissario all’ambiente Janez Potocnik, per cui «bisogna continuare a lavorare per garantire che le nostre acque siano di qualità adeguata per tutti gli usi legittimi: dalla balneazione all’acqua da bere».