Torna l’ispettore Ferraro.
Torna un’indagine che serve all’autore milanese per raccontare l’Italia di oggi e tutte le paure di questa nazione che, per lui, ha oramai perso la memoria. E la strada, ovviamente.
Lasciata Roma dopo tre lunghi e difficili anni, Ferraro rientra nel suo commissariato di Quarto Oggiaro giusto in tempo per ritrovarsi fra le mani un caso più che difficile: una rapina in villa con tanto di morti. Due, per l’esattezza: il rapinatore e il rapinato. A Lodi, nel frattempo, una fuga dal carcere finisce nel sangue. Ferraro non si fa mancare nulla, ma a questo siamo abituati.
È un criminale di colore a tagliare la corda, quello che tutti considerano un delinquente da quattro soldi, ma per il quale qualcuno ha deciso di rischiare il tutto per tutto purché abbia garantita la libertà. Il dubbio è immediato: che che il fuggitivo sia un criminale di tutto rispetto e non un semplice losco figuro senza arte né parte? Al lettore il gusto di scoprirlo.
Lo stile di Biondillo è efficace, la sua è una penna che sa come muoversi e anche questo romanzo invoglia il lettore a girare le pagine. Il noir è un punto e, per cantarla come si faceva qualche anno fa, «c’è tutto un mondo intorno». E questo mondo, fra delitti e altre mille misere bassezze, Gianni Biondillo lo racconta a voce alta. A modo suo. Che ci piaccia o meno. Per capirci, insomma: questo suo nuovo lavoro è un romanzo da prendere (e leggere) o lasciare (sullo scaffale).
I materiali del killer
Gianni Biondillo
Guanda, pagg.359, euro 18,00