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I Memphis Grizzlies fanno sul serio: “We don’t bluff!”

Creato il 06 dicembre 2014 da Basketcaffe @basketcaffe

I Memphis Grizzlies non sono il nuovo fenomeno mediatico dell’NBA e non possono esserlo perchè, come molti affermano, quello del Tennessee è un cosiddetto small market. Essere un mercato piccolo significa che puoi anche giocare una gran pallacanestro ma alla fine della fiera il tuo fatturato in merchandising e popolarità in America, e più in generale nel mondo, è sempre molto inferiore a quella delle grandi piazze, Los Angeles, New York, Chicago e compagnia bella. Ergo non genererà mai un hype al livello di franchigie glamour come Lakers, Knicks o Bulls. Eppure questi Grizzlies dalla mentalità ‘Grit and Grind’ sono ai vertice della Western Conference (quella in cui 10 squadre su 15 hanno un record positivo), hanno infilato 15 vittorie su 19 incontri di cui 6 contro squadre sopra il 50% (vittime illustri Blazers, Rockets e Clippers).

Nonostante questo super avvio Memphis mantiene un profilo basso, si lavora con serietà e senza troppi riflettori puntati addosso. E questo forse è il segreto del loro successo.

Il roster è assemblato senz’altro con criterio, non c’è esigenza di puntare a top free agent smontando mezza squadra per far posto ai loro lauti contratti: c’è un playmaker (Mike Conley Jr.) che gestisce la manovra ma che non si sottrae quando c’è da assumersi responsabilità importanti, una coppia di esterni (Courtney LeeTony Allen) che a tutto tondo difendono ed attaccano. Entrambi sono accomunati da un passato in maglia Boston Celtics, con il primo scaricato dopo il doppio infortunio al ginocchio occorso nel 2007 (sarà poi inserito nel primo quintetto difensivo dell’NBA nel 2011 con la maglia dei Grizzlies) mentre il secondo viaggia quest’anno a 13 punti di media tirando però con il 53% dal campo e soprattutto è il plus dall’arco che mancava. Completano il lineup la coppia che rappresenta il punto di forza di questa squadra, la premiata ditta Zach Randolph e Marc Gasol.

Alla nota attitudine di Z-Bo di agguantare rimbalzi difensivi ed offensivi (spesso convertiti in comodi layup) si aggiunge la produzione offensiva di qualità garantita di Marc, letale in penetrazione, in post ed anche dalla media distanza. Il catalano (che può diventare free agent al termine della stagione) ha messo a referto tre gare con almeno 30 punti e 8 rimbalzi, e più in generale viaggia a una media di 20.1 punti a partita contro i 14.6 punti registrati la passata stagione.

Detto del quintetto, merita certamente una menzione la panchina a disposizione di coach Dave Joerger, rimasto a Memphis dopo essere stato ad un passo dalla firma con i Timberwolves in estate. Nessun nome altisonante, nessun sesto uomo di lusso ma tanti giocatori utili alla causa, da Beno Udrih (ottimo backup di Conley) a Quincy Pondexter (guardia-ala che porta in campo dinamismo ed anche una bella mano dall’arco) passando per la coppia Jon LeuerKosta Koufos (ottimo stretch four il primo, educato pivot il secondo) e senza dimenticare il veterano Vince Carter.

Dopo aver quindi ben seminato nelle stagioni passate Memphis inizia a raccogliere i frutti, attraverso un buon gioco in campo ed una grande maturità nel gestire le insidie che nasconde ogni partita. Il messaggio è chiaro ed evidente: “Non stiamo scherzando, e siamo pronti a vincere, già da quest’anno”.

 

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