La pellicola del 2010 era proprio questo, ossia la schiacciante disfatta del cervello a favore degli istinti, sedotto da qualcosa di impensabile fino a qualche anno prima (un po’ come vedere Banderas che parla con una gallina, fatico ancora a crederci). L’idea alla base era semplice, prendere le stelle del cinema d’azione “di una volta” e metterle tutte assieme a combattere un nemico comune, ovviamente un terrorista (ricordandoci che i tempi reganiani in cui si combattevamo i russi erano finiti veramente). Spogliato da qualsiasi voglia di svecchiare il genere d’appartenenza, “I Mercenari” era orgogliosamente vintage, tamarro e divertente, ma soprattutto ignorante a tal punto che anche quando cercava di dare spessore al plot finiva per essere grottesco e ironico, grazie anche ad un montaggio realizzato da un taglialegna del Montana a lavoro con un’ascia, il quale avrebbe meritato qualche riconoscimento perché dal nulla ha creato un film spassoso. Qualche anno dopo arrivò il seguito che senza troppe sottigliezze abbracciava la politica “più grosso è, meglio è”, ed ecco aumentare il cast esponenzialmente, alcuni dei personaggi presenti nel primo capitolo non hanno continuato la loro avventura ma poco male, dato che il cameo di Chuck Norris da solo basta a rendere imperdibile il film, che però inizia a mostrare i primi segni di cedimento dovuti all’avanzare della storia per semplice addizione di eventi e personaggi.
Probabilmente Stallone e la produzione, sapendo che non avrebbero potuto continuare su questa strada con il terzo capitolo, hanno deciso di aumentare vertiginosamente il numero dei personaggi creando due squadre diverse di eroi (una cosa tipo giovani sconosciuti contro vecchie glorie) andando a spalmare le loro apparizioni durante le due ore di durata, utilizzando per creare interesse e ritmo una trama che giustifichi gli eventi. Pensate, fermatevi un secondo, hanno deciso di utilizzare l’espediente più antico della cinematografia, ossia raccontare una storia. Si, questo terzo capitolo ha una trama.
Ecco se c’è una cosa che proprio affossa “I Mercenari 3” è proprio il racconto che fa da sfondo agli eventi, capace di rendere insopportabile tutto quello che ci viene mostrato. Si perché se nei precedenti capitoli un ritmo sostenuto e la totale mancanza di trama rendeva credibile quello che accadeva, in questo terzo atto, la storia raccontata per dare spessore alla vicenda non fa altro che rendere ridicole le sequenze d’azione, senza contare che non esiste un dialogo che non sembri uscire da un bambino di cinque anni che sta facendo la morale ai genitori. In più momenti sembra di stare a guardare una di quelle produzioni televisive a basso costo, roba in stile Asylum per intenderci, questo è un peccato mortale per noi che avendo pagato otto euro di biglietto ci ritroviamo a sforzarci per non ridere, dormire, o insultare quelle sequenze con computer grafica dozzinale. E già, ciliegina su di una torta avariata, ne “I Mercenari 3”, ci sono pure le scene “ricomincio da capo” (avete presente quanto nello stesso minuto vengono rimontati gli stessi fotogrammi di una ripresa?), che sono la mazzata definitiva allo spettatore. Nel 2010 “I Mercenari” irruppero come un tuono negli schermi cinematografici di mezzo mondo, oggi nel 2014 “I Mercenari 3” riesce solo a rompere i co….(indoviate cosa XD)