I Mercenari 3 – Pane, amore, mazzate e iPhone

Creato il 06 ottobre 2014 da Raystorm

Correva l’anno 2010 quanto sulle note di “The boys are back in town” Silvester Stallone vinceva la sua personale scommessa con il pubblico, grazie al successo de “I Mercenari”. Nello stesso anno io abbandonavo progressivamente questo blog per dedicare il mio tempo a guardare le nuvole, capendo che le cose incontrollabili di madre natura risultano sempre più interessanti rispetto alle invenzioni dell’uomo. In quel periodo di cambiamenti, misi da parte il classico telefonino saltando sul carrozzone degli smartphone acquistando un Iphone 4, il quale mi permetteva (dopo un bel esborso di soldi per acquistarlo), di fare un sacco di cose inutili ovunque e non più solitamente davanti al pc, sprecando così tempo prezioso in qualunque momento della mia giornata. Ma tornando all’argomento principale, “I Mercenari” di Stallone, proprio come il telefonino Apple, era qualcosa di superfluo ma dannatamente accattivante, desiderabile, la vittoria dell’istinto sulla ragione.

Nel 2014 si unisce pure al gruppo Banderas, l’unico che ha capito l’andazzo e si diverte oltre a divertire

La pellicola del 2010 era proprio questo, ossia la schiacciante disfatta del cervello a favore degli istinti, sedotto da qualcosa di impensabile fino a qualche anno prima (un po’ come vedere Banderas che parla con una gallina, fatico ancora a crederci). L’idea alla base era semplice, prendere le stelle del cinema d’azione “di una volta” e metterle tutte assieme a combattere un nemico comune, ovviamente un terrorista (ricordandoci che i tempi reganiani in cui si combattevamo i russi erano finiti veramente). Spogliato da qualsiasi voglia di svecchiare il genere d’appartenenza, “I Mercenari” era orgogliosamente vintage, tamarro e divertente, ma soprattutto ignorante a tal punto che anche quando cercava di dare spessore al plot finiva per essere grottesco e ironico, grazie anche ad un montaggio realizzato da un taglialegna del Montana a lavoro con un’ascia, il quale avrebbe meritato qualche riconoscimento perché dal nulla ha creato un film spassoso. Qualche anno dopo arrivò il seguito che senza troppe sottigliezze abbracciava la politica “più grosso è, meglio è”, ed ecco aumentare il cast esponenzialmente, alcuni dei personaggi presenti nel primo capitolo non hanno continuato la loro avventura ma poco male, dato che il cameo di Chuck Norris da solo basta a rendere imperdibile il film, che però inizia a mostrare i primi segni di cedimento dovuti all’avanzare della storia per semplice addizione di eventi e personaggi.

Spazio alle donne, non sarà sicuramente una saga ricordata per essere sessista

Probabilmente Stallone e la produzione, sapendo che non avrebbero potuto continuare su questa strada con il terzo capitolo, hanno deciso di aumentare vertiginosamente il numero dei personaggi creando due squadre diverse di eroi (una cosa tipo giovani sconosciuti contro vecchie glorie) andando a spalmare le loro apparizioni durante le due ore di durata, utilizzando per creare interesse e ritmo una trama che giustifichi gli eventi. Pensate, fermatevi un secondo, hanno deciso di utilizzare l’espediente più antico della cinematografia, ossia raccontare una storia. Si, questo terzo capitolo ha una trama.

E c’è pure lui, che dopo anni di nulla decide di ritornare sugli schermi e risollevarsi da quella parte schifosa interpretata in “Machete Kills”

Ecco se c’è una cosa che proprio affossa “I Mercenari 3” è proprio il racconto che fa da sfondo agli eventi, capace di rendere insopportabile tutto quello che ci viene mostrato. Si perché se nei precedenti capitoli un ritmo sostenuto e la totale mancanza di trama rendeva credibile quello che accadeva, in questo terzo atto, la storia raccontata per dare spessore alla vicenda non fa altro che rendere ridicole le sequenze d’azione, senza contare che non esiste un dialogo che non sembri uscire da un bambino di cinque anni che sta facendo la morale ai genitori. In più momenti sembra di stare a guardare una di quelle produzioni televisive a basso costo, roba in stile Asylum per intenderci, questo è un peccato mortale per noi che avendo pagato otto euro di biglietto ci ritroviamo a sforzarci per non ridere, dormire, o insultare quelle sequenze con computer grafica dozzinale. E già, ciliegina su di una torta avariata, ne “I Mercenari 3”, ci sono pure le scene “ricomincio da capo” (avete presente quanto nello stesso minuto vengono rimontati gli stessi fotogrammi di una ripresa?), che sono la mazzata definitiva allo spettatore. Nel 2010 “I Mercenari” irruppero come un tuono negli schermi cinematografici di mezzo mondo, oggi nel 2014 “I Mercenari 3” riesce solo a rompere i co….(indoviate cosa XD)


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