Quando si parla di meridionalismo o neomeridionalismo, si finisce sempre per accomunare tendenze e visioni delle questioni, con l’unica etichetta di “neoborbonismo”.
Qualsiasi attività di denuncia delle condizioni del mezzogiorno è una denuncia “neoborbonica”. E si badi, l’aggettivo non è utilizzato per qualificare la rispettabilissima associazione guidata dal prof. Gennaro de Crescenzo, che pure pone in essere iniziative fondamentali per lo sviluppo di una nuova coscienza e consapevolezza storica.
Lo si fa per denigrare. Lo si fa per allontanare potenziali menti critiche, di diversi orientamenti, dalla visione di un problema che ha 153 anni di vita.
Allora farò un gioco. Pubblicherò una denuncia del secolo scorso, senza citare preventivamente l’autore (che troverete solo in calce al post).
«E’ noto – scriveva Gramsci – quale ideologia sia stata diffusa in forma capillare dai propagandisti della borghesia nelle masse del Settentrione:– il Mezzogiorno è la palla di piombo che impedisce più rapidi progressi allo sviluppo dell’Italia;
– i meridionali sono biologicamente degli esseri inferiori, dei semibarbari o dei barbari completi, per destino naturale;
– se il Mezzogiorno è arretrato, la colpa non è del sistema capitalistico o di qualsivoglia altra causa storica, ma della natura che ha fatto i meridionali poltroni, incapaci, criminali, barbari, temperando questa sorte matrigna con l’esplosione puramente individuale di grandi geni, che sono come le solitarie palme in un arido e sterile deserto.
Il Partito socialista fu in gran parte il veicolo di questa ideologia borghese nel proletariato settentrionale.
Il Partito socialista diede tutto il suo crisma a tutta la struttura “meridionalista” della cricca di scrittori della cosiddetta scuola positiva, come i Ferri, i Sergi, i Niceforo, gli Orano, e i minori seguaci… ancora una volta la “scienza” era rivolta a schiacciare i miseri e gli sfruttati, ma questa volta si ammantava dei colori socialisti, pretendeva di essere la scienza del proletariato.» A.Gramsci – Quaderni vol. III, – Alcuni temi della quistione meridionale
Antonio Gramsci, neoborbonico?