I miei miti calcistici

Creato il 14 giugno 2014 da Misterjamesford
La trama (con parole mie): contagiato dal mio acerrimo nemico - almeno sulla carta - Cannibal Kid, e sfruttando l'onda d'urto dei Mondiali di calcio appena iniziati, approfitto per esplorare ricordi ed emozioni per definire la mia top ten dei calciatori che hanno, di fatto, definito la passione che ancora oggi provo per questo sport. Considerata la delusione dell'altra sera e la vittoria clamorosa della cosiddetta outsider Olanda sulla Spagna Campione del mondo uscente in una rivincita dell'ultima finale, forse, si può sperare in un cambio del vento.
Forse.
Ed io, personalmente, spero.

N°10: MARK HATELEY

A salvare il sottoscritto da un destino da interista - fortemente sponsorizzato dal nonno materno, lo stesso che fomentò il mio amore per il Western - giunse dalla Gran Bretagna questo ruvido attaccante che, ai tempi, per i capelli e lo stile non proprio elegante, riusciva a ricordare al sottoscritto Mark Landers di Holly&Benji.Non proprio un talento, ma un lottatore come quelli che piacciono da queste parti.

N° 9: PAUL GASCOIGNE

Nel corso dei Mondiali del '90, forse quelli vissuti con maggiore trasporto insieme alla vittoria del 2006, esplose uno dei calciatori più scombinati ed estrosi della Storia del pallone, Paul Gascoigne. Geniale quanto disequilibrato, sopra le righe ed irresistibile, è uno dei ricordi migliori che mi abbia regalato l'infanzia a contatto con il calcio.

N°8: GEORGE BEST

Si conclude la "trilogia britannica" di questo inizio di top ten con uno dei più clamorosi artisti del calcio mai esistiti: George Best.Sregolato, dedito all'alcool, alla bella vita e alle donne come nessun altro, pronto a sacrificare ben più di un fegato e gran parte dei suoi guadagni da calciatore per cercare il futuro - e la fine del suo spettacolo - sul fondo di un bicchiere.Spesso e volentieri, posso capirlo.
  
N°7: PAULO FUTRE

Considerato l'amore incondizionato del sottoscritto per gli outsiders, Paulo Futre non poteva non essere di questa partita: promessa assoluta del Portogallo, parte della Nazionale fin dai suoi esordi, colonna dell'Atletico Madrid a fine anni ottanta, superato solo da Gullit nella corsa al Pallone d'oro e dunque limitato clamorosamente dagli infortuni nella seconda metà della sua carriera ed una volta approdato in Italia - prima alla Reggiana e poi al Milan -, per quanto riguarda il Saloon resta uno dei talenti inespressi più importanti dei gloriosi eighties.
   N° 6: MICHALIS KONSTANTINOU

Giusto per non smentire la passione per i Goonies del calcio, ecco Michalis Konstantinou, il calciatore cipriota più pagato - almeno ai tempi - da una squadra greca, per la precisione il Panathinaikos di Atene, che ai tempi - parliamo dei primi anni zero - delle mie peregrinazioni tra Cicladi e Dodecanneso rappresentò uno dei supercult del vecchio Ford, che ancora oggi conserva la maglia numero diciannove di quel semisconosciuto cannoniere che illuse i greci perfino al Camp Nou, segnando un gol al Barcellona che regalò - almeno per un pò - speranze ai tifosi ellenici.
  
   N°5: IL GRANDE TORINO

 
Fin da bambino rimasi affascinato dalla  triste storia della tragedia di Superga e del Destino del Grande Torino, probabilmente la più forte squadra mai esistita, stroncata da una serie di casualità che chiesero pegno il 4 maggio del 1949 sulle mura della Basilica.Una Leggenda finiva, ed una cominciava ad esistere.

N° 4: RUUD GULLIT

Nel Milan delle meraviglie di Arrigo Sacchi e del trio olandese che regalò emozioni uniche ai tifosi rossoneri e al mondo del calcio tutto - ricordo una partita dell'allora Coppa dei Campioni vista a San Siro con la vittoria sul Real Madrid di Butragueno e Sanchez, Gullit era senza dubbio il mio preferito: rispetto a Van Basten e Rykaard, infatti, l'approccio pane e salame e la simpatia furono abbastanza per mantenerlo ad un livello decisamente superiore a quello che, probabilmente, è stato uno dei giocatori più forti della Storia, il già citato Van Basten. N° 3: MICHEL PREUD'HOMME

Considerato che da piccolo sognavo di diventare portiere, ispirato dalle gesta di Ed Warner in Holly&Benji, non poteva mancare un estremo difensore nella mia classifica dedicata ai miti personali del calcio: vincendo la concorrenza di Zubizarreta e Chilavert, Michel Preud'Homme, storico estremo difensore del Belgio nonchè avversario del Milan di Sacchi in Coppa dei Campioni nella stagione che precedette i Mondiali del '90, balza sul gradino più basso del podio con l'agilità felina che lo contraddistinse.  N°2: CARLO MAZZONE E BRIAN CLOUGH
 
E non poteva mancare, in questa lista, neppure un allenatore. E per non farmi mancare nulla, ne piazzo due. Considerati i trascorsi illustri del Milan - da Sacchi a Capello, fino ad Ancelotti - avrei potuto optare per nomi più noti e vincenti, ma con il cuore ho scelto il paladino assoluto del pane e salame Carletto Mazzone ed il genio incontrastato Brian Clough, antesignano molto più piacevole degli attuali Mourinho.Due giganti dai destini non proprio vicini ai grandi club e ribalte internazionali a mio parere, però, inarrivabili.

N°1: ROBERTO BAGGIO

In cima alla lista non poteva che esserci lui.Il Divin Codino, l'uomo dei sogni di Italia '90 e USA '94, il poeta per eccellenza del calcio italiano.Ricordo che, nel corso dell'ottavo di finale dei suddetti mondiali americani, con un passo ormai verso il mesto ritorno in patria, proprio il buon Robi piazzò il colpo che decise che non era ancora giunto il momento di prendere l'aereo del rientro, regalandomi le prime - e al momento uniche, se non ricordo male - lacrime di gioia da tifoso.L'assertività fatta persona sul campo, un campione dalla compostezza unica e dalla classe immensa, che come ogni buon Goonie ha raccolto decisamente meno di quanto avrebbe meritato.Dovesse esistere un dio del calcio, passerebbe senz'altro dai piedi di quest'uomo illuminato dal pallone.

MrFord

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