I miei quattro punti per l’Europa

Creato il 19 aprile 2014 da Yleniacitino @yleniacitino

ho accettato questa intrigante sfida per le Europee perché sono da sempre stata una persona intraprendente e determinata.

Nei miei ventisette anni non sono mai stata ferma: come tanti ragazzi, ho affrontato i sacrifici dello studio, la vita da fuorisede, la lontananza dalla mia famiglia. Recentemente ho avuto una grande opportunità: sono stata ammessa alla prestigiosa ENA, la scuola della pubblica amministrazione francese che forma una classe dirigente d'eccellenza e di qualità.

In questi anni all'estero ho conosciuto numerosi italiani, bravi e dotati di talento, che avevano perso le speranze di tornare in Italia per colpa di un mercato del lavoro stagnante e con scarse possibilità di crescita. Questa situazione non può più continuare.

Nonostante anche a me si fossero aperte prospettive di lavoro all'estero, ho sentito fortemente il bisogno di tornare nel mio Paese. Volevo sentirmi di nuovo a casa e ricominciare a contribuire alle grandi battaglie del movimento politico che sostegno dal 2006, e che ha come unico leader il Presidente Berlusconi.

L'Italia deve essere un Paese con un volto nuovo. C'è tanto da fare sul fronte delle riforme e Forza Italia ha già mostrato una prima spinta innovativa sin dal proprio interno. Una candidatura come la mia, infatti, soddisfa il bisogno di ringiovanimento della classe dirigente, pur mantenendo fermi i princìpi e i protagonisti che hanno fatto la storia del nostro movimento e che sono guide imprescindibili del nostro percorso.

Per questo ho deciso di mettermi in gioco in queste elezioni europee, dove Forza Italia correrà nella grande famiglia del Partito Popolare Europeo e del suo candidato presidente Paul Juncker. Se verrò eletta mi impegnerò principalmente su quattro fronti:

1 - OCCUPAZIONE, SOPRATTUTTO GIOVANILE: l'Italia deve far sentire la propria voce in Europa per abbattere quel 42,3% di giovani disoccupati e quei 6 milioni di precari. I Fondi strutturali europei devono essere utilizzati tutti, meglio e indirizzati su politiche di sostegno all'occupazione e agli investimenti. Bisogna creare le condizioni affinché i giovani formati dalle nostre Università non siano costretti a cercare migliori opportunità di carriera all'estero.

2 - CRESCITA E INNOVAZIONE: non voglio solo dire, come fanno molti, basta austerità, basta Fiscal Compact. Dico anche più "crescita e innovazione" perché solo con questo combinato disposto si può uscire fuori dalla spirale della stagnazione ed entrare in un circuito del benessere utile alle famiglie, alle imprese e allo Stato, impegnato a risanare i propri conti. Le imposizioni economiche di quest'Europa ci hanno portato al disastro. Un euro troppo forte danneggia la nostra competitività. Adesso, dobbiamo riformare la BCE affinché non sia solo il guardiano dell'inflazione ma punti anche alla crescita.

3 - IMMIGRAZIONE: le coste italiane non devono più essere un porto franco per i trafficanti di esseri umani. È dovere di ogni Stato di diritto proteggere le persone in difficoltà estrema, ma se l'Unione Europea esiste, se Schengen è veramente in vigore, allora deve essere promossa maggiore solidarietà fra gli Stati e tutti devono aiutarci a sopportare i costi e gli oneri di questa accoglienza. Più fondi europei, poi, alle missioni di controllo delle frontiere marittime e più impegno nella cooperazione con gli Stati terzi dell'area mediterranea per la gestione dei flussi migratori.

4 - UN'EUROPA PIU DEMOCRATICA: le istituzioni così come sono oggi non ci soddisfano. Troppi sono i costi e gli sprechi, troppa è la burocrazia, troppo poca è la rappresentatività. Sono stati fatti alcuni passi in avanti, ad esempio con l'accrescimento del ruolo del Parlamento Europeo. Ma per avere un'Europa più democratica, e più unita, noi puntiamo all'elezione diretta del Presidente della Commissione, un vero Capo di Stato che possa essere interlocutore unico sulla scena internazionale e che possa operare con un proprio Governo. Infine, un'Unione solida ha bisogno di altre importanti unioni: politica, economica, politica estera e di difesa. Solo così avremo finalmente raggiunto il sogno del federalismo come preconizzato da Schuman e De Gasperi.