I migliori (e i peggiori) film visti nel 2010

Da Tallman
Questa classifica è puramente personale e non segue alcun criterio relativo all'annata appena trascorsa.
I MIGLIORI
1. RIDING THE BULLET (USA, Germania, Canada 2004) di Mick Garris

Il capolavoro di Garris merita a pieno diritto la prima posizione perchè in fondo sarebbe miracoloso se tutti gli horror avessero questa valenza terapeutica e rappresentassero con invidiabile sensibilità la vita come una giostra che, in un modo o nell'altro, bisogna necessariamente cavalcare per far fronte alle proprie paure e ricevere le indispensabili dosi di adrenalina per andare avanti. Riding the bullet è un raro esempio di horror sentimentale, coraggioso perchè ci fa riscoprire l'importanza dell'amore materno che spodesta il primato che si è soliti attribuire a quello provato per la propria amata.Un film controcorrente, definito dallo stesso regista come la sua opera più autobiografica, ingiustamente trascurato ma indubbiamente uno dei più completi visti di recente che aspetta solo di essere riscoperto e finalmente glorificato.
SCENA CULT: Tante ma se dovessi sceglierne una, opterei per il tentativo di suicidio allucinogeno effettuato dal protagonista nella vasca da bagno.
2. TRIANGLE (Regno Unito, Australia 2009) di Christopher Smith

La consacrazione definitiva del cineasta inglese Smith che impressiona su pellicola il naufragio mentale di una giovane madre travagliata che, nello tsunami provocato da un profondo trauma, esplode in un mosaico di personalità che tentano ad ogni costo di nascondere un'amara verità. Triangle cerca di tradurre in immagini gli sconforti e le lotte psicologiche e lo fa con grande padronanza della materia, una splendida sorpresa soprattutto se si guarda alle opere precedenti e meno seriose del regista.Un'opera che turba e che ci risparmia epiloghi risolutivi, quasi come guardare un vortice creatosi in acqua e non riuscire a trovarne la fine.
SCENA CULT: Le centinaia di cadaveri di una stessa vittima, con gabbiani che vi banchettano sopra, trovate dalla protagonista sulla nave.
3. EDEN LAKE (Regno Unito 2008) di James Watkins

Watkins ci ricorda violentemente che su questa terra un paradiso non esiste più, e non a caso il film si chiama Eden, ed è impossibile trovare un posto incontaminato dove non trovare brutture create dall'uomo. In questo caso i disturbatori della quiete assumono le fattezze di una giovane banda di bulli, escremento di una nuova generazione di genitori incapaci di comprendere il loro ruolo in un complesso familiare, che nelle loro scorribande anarchiche tormentano una novella e inconsapevole coppia di innamorati con esiti mortali.Eden Lake è una sofferta lotta alla sopravvivenza che si svolge su territorio  indisciplinato e senza leggi che alla fine si scoprirà disgraziatamente non avere confini ben delineati. Una pellicola che rappresenta un futuro che forse è già arrivato e un monito per futuri genitori che non hanno la minima idea della responsabilità di cui si fanno carico.
SCENA CULT: Uno dei brutali ragazzi indossa, tutto soddisfatto, un paio di occhiali da sole rimirandosi nello specchio.
I PEGGIORI
1. KILLER PAD (USA 2008) di Robert Englund

La tanto agognata sepoltura della carriera di Englund come regista arriva finalmente a compimento con questa terribile commedia horror che va ben oltre i limiti di quello che si può definire un brutto film. Indecente nella sua comicità artificiale, la storia di Killer Pad, già dal basso potenziale, è talmente farcita di stupide gag e riferimenti agli aspetti più grossolani della cultura americana che si prosegue nella visione solo per il gusto sadico di vedere affondare una nave carica di esplosivo.Non avendo un solo aspetto da salvare, probabilmente tra qualche anno la pellicola sarà esposta in una teca, sulla quale si potrà sputare liberamente, all'interno di un museo degli orrori.
2. SLAUGHTERHOUSE ROCK (USA 1988) di Dimitri Logothetis

Per chi è fermamente convinto che gli horror anni 80 siano tutti rose e fiori, consiglio vivamente la visione del film di Logothetis non solo per dissipare un luogo comune, ma anche per comprendere di quanto si poteva cadere in basso anche durante quella celebre annata.A parte un prologo onirico molto promettente, il film prosegue senza sosta nella sua opera di saccheggio di altri capolavori, in primis A Nightmare on Elm street, senza preoccuparsi di legare tra  loro le varie sequenze narrative. In più c'è questo forzato riferimento alla musica rock che sembra più un clamoroso specchietto per le allodole.Slaughterhouse Rock non suscita alcuna emozione durante la visione e il fatto che non ricordi praticamente nulla della trama la dice lunga sulla sua presunta qualità.
3. LAKE MUNGO (Australia 2008) di Joel Anderson

Il genere mockumentary nella sua forma più oscena e ridicola: un'occasione d'oro per odiare con tutto il cuore questa insulsa categoria cinematografica che purtroppo sta prendendo sempre più piede di recente. Nel film in questione sembra quasi che la gente non abbia meglio da fare che filmare ogni angolo della casa alla scoperta di qualche spiritello timido che si presuppone si faccia vedere solo quando l'abitazione è deserta o quando i residenti dormono.Anderson in pratica voleva trasformare la storia di una ragazza procace in un racconto di fantasmi ma il risultato è qualcosa di miserabile che induce solo tanta pena per chi ha creduto veramente nel progetto. Lake Mungo è un'offesa all'intelligenza dello spettatore, anche se chi lo ha apprezzato in fondo tanto intelligente non è.
MENZIONI SPECIALI
Il film più fuori di testa: Harpoon di Julius Kemp
Il film che non ha deluso le aspettative: Shadow di Federico Zampaglione
Il sequel da rivalutare: Pet Sematary 2 di Mary Lambert
Il film più deprimente: The Sender di Roger Christian
Il monster movie sorprendente: Squirm di Jeff Lieberman
I tre teen horror più riusciti: Vertige, Frozen e Forget me not
L'horror comedy più divertente: Idle Hands (aka Giovani diavoli) di Rodman Flender
Il film dalle premesse più sconvolgenti: Dogtooth (aka Kynodontas) di Giorgios Lanthimos
L'horror più ottantiano (nel senso buono del termine): Popcorn di Mark Herrier
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Il remake più inutile: Nighmare di Samuel Bayer
Il sequel più deludente: 2001 Maniacs Field of Screams di Tim Sullivan
Le delusioni più cocenti: The Loved Ones, il remake di Night of the Demons
Il film che più di tutti equivale allo spreco di pellicola: Break di Matthias Olof Eich

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