Innanzitutto ringrazio ancora tutti coloro che ci seguono nel blog (siamo arrivati ad avere 10 000 visualizzazioni, dunque un semplice “grazie” sarebbe superfluo per dimostrare la nostra gratitudine). Poi vorrei ringraziare Mattia, perchè senza di lui questo progetto non sarebbe partito. Non mi dilungherò molto. Stilare questa classifica è stato davvero difficile, perchè tantissimi erano i film che mi hanno emozionato e che meritavano un riconoscimento. Ma alla fine ce l’ho fatta. Dunque ecco la mia personale top 10 dei film più belli del 2013.
10- La grande bellezza
Paolo Sorrentino ha illuminato la capitale con la luce giusta, inquadrando Roma nelle sue qualità artistiche e nelle sue debolezze appena il sole cala. Joe Gambardella rimane vittima di quella bellezza, tanto da non riuscire a trovare una via di uscita. Solo e abbandonato, l’unico modo per sentirsi vivo è lasciarsi andare nell’eccesso delle feste mondane. Il film ha grandissime potenzialità (dal punto di vista formale e tecnico), ma non è il miglior film di Sorrentino (a mio giudizio Il Divo e This Must be the Place sono insuperabili) (recensione).
9- Miele
Definito il film italiano esordiente più bello, Miele è stato un debutto arduo e difficile per Valeria Golino, trattando il tema del suicidio assistito senza emettere giudizio. Irene, prima distaccata dai pazienti, si accorge delle sfumature della vita e della difficoltà di prendere quella decisione. L’interpretazione di Jasmine Trinca è sublime, assistita da una regia tagliente, che non fa vedere mai l’immagine della morte (recensione)
8- La Mafia uccide solo d’estate
La Mafia uccide solo d’estate di Pierfrancesco Diliberto (in arte Pif) è una sorpresa più che gradita perché è il suo primo film dietro la macchina da presa, avendo solo lavorato come aiuto-regista con autori come Marco Tullio Giordana. In questo lavoro Pif è riuscito a schiaffeggiare la Mafia senza che questa se ne accorgesse, con il sarcasmo tipico del suo programma che lo ha reso celebre (Il testimone). L’elemento che ha determinato il suo inserimento nella classifica è l’intreccio tra la storia del giovane Arturo e i fatti avvenuti nella Sicilia degli anni ‘80 e ’90, denotando una responsabilità dello Stato e della società sulla vita del giovane palermitano (recensione).
7- Il lato positivo
David O. Russell ha una qualità innata nel dare le parti giuste agli attori giusti. Con The Fighter è riuscito a vincere due Oscar (miglior attore a Christian Bale e miglior attrice non protagonista a Melissa Leo). Con Il lato positivo Jennifer Lawrence si è aggiudicata l’Academy come miglior attice. Il segreto? La storia. Cambiando il contesto (passando da un ring a una tipica casa di periferia), riesce sempre a raccontare una storia autentica, reale. In entrambe le storie il personaggio è vittima di un errore che ha cambiato radicalmente la sua vita, e vogliono tentare in qualche modo di rialzarsi. Ne Il Lato positivo si passa dalla drammaticità all’ironia tipica della commedia moderna, trattando con leggerezza e delicatezza il tema della schizofrenia (recensione).
6- Blue Jasmine
Woody Allen è tornato a parlare della sua cara America, trattando la storia di Jasmine e della sua crisi di identità dopo lo scandalo finanziario di suo marito Hal. Il regista propone, con la sua solita ironia, un problema di natura sociale, che non riguarda solamente la sfera economica. La crisi di valori è palese, e Woody Allen, noto per il suo pessimismo più cupo, non risparmia nessuno. In tutto ciò emergono le enormi potenzialità dell’attrice Cate Blanchett, capace di gestire perfettamente il carattere burrascoso e altalenate di Jasmine (recensione).
5- Zero Dark Thirty
Kathryn Bigelow non ha bisogno di presentazioni. Il suo ultimo lavoro è di una precisione tecnica e stilistica incredibile, con inquadrature in prima persona e piani sequenza vicini alla precisione. Come in The hurt locker, in questo film si mostrano i fatti in modo pulito, senza sbavature, realizzando le scene con cura e senza tralasciare nulla (come nella prima parte). Jessica Chastain è un’attrice formidabile, capace di interpretare parti sempre più complesse e differenti le une dalle altre. Un film assolutamente da vedere e rivedere (recensione).
4- Gravity
Alfonso Cuaròn realizza il più bel film del 2013 dal punto di vista tecnico, senza tralasciare l’aspetto formale della narrazione, mettendo in campo temi di grande importanza come il senso della vita e della rinascita, presente sia nella parte centrale del film (la scena della protagonista che entra nella navicella americana in una posizione fetale) sia nella parte finale (recensione).
3- Lincoln
Molti l’hanno dimenticato. Ma il film di Spielberg? Lincoln è sicuramente una delle opere più ambiziose del regista di Cincinnati. Con qualche sbavatura, è riuscito a raccontare nei minimi dettagli i giorni decisivi che hanno portato la fine della guerra civile e l’inizio di un “possibile” riscatto per la popolazione nera. E lo fa attraverso l’occhio di Abraham Lincoln, il presidente degli Stati Uniti interpretato superbamente da Daniel Day-Lewis. Spielberg non nasconde tuttavia i compromessi che hanno portato al voto finale per l’abolizione della schiavitù, mostrando il lato umano del protagonista e le scelte più o meno degradanti per raggiungere quello scopo. Un ottimo sistema per ripassare la storia in modo rivoluzionario.
2- Rush
Il film di Ron Howard è stato fin dall’inizio una bomba di adrenalina. Fino alla fine rimani in uno stato di pura trepidazione nel rivedere non solo una gara sportiva, ma una lotta per la supremazia tra due colossi della Formula 1: Nicky Lauda e James Hunt. La forza principale del film sta nel porre l’accento sull’aspetto umano di entrambi i personaggi, i quali per carattere e per cultura provengono da due mondi differenti. Un complesso ingegneristico perfetto (recensione).
1- Django Unchained
Il film di Tarantino convince, ripresentando il vecchio film di Corbucci in chiave ironica e allo stesso tempo con una violenza finta e cruda tipica dei suoi ultimi lavori. Le varie citazioni di alcuni dei film western più famosi rilevano uno studio approfondito del tema, cercando quindi di non cadere nella banalità. Il cast eccezionale (basti citare Jamie Foxx, Christoph Waltz e Leonardo di Caprio) fa tutto il resto, interpretando le vari parti con enfasi e passione. A mio giudizio il film più bello dell’anno.
SORPRESA DEL 2013: La vita di Adele
Il film di Abdellatif Kechiche, vincitore dell’ultimo Festival di Cannes, è la vera sorpresa del 2013. Non è un capolavoro, ma possiede un fascino leggero e poetico che è difficile toglierselo dalla mente. Simbolismi rappresentati dai paesaggi francesi che ricordano i quadri dell’impressionismo, il blu acceso dei capelli di Emma (Lea Seydoux) sono tra gli elementi che rendono La vita di Adele straordinario. Non entra nella Top 10 per l’eccessiva rappresentazione delle scene di sesso tra le protagoniste, appesantendo non di poco la visione del film (recensione).
DELUSIONE DEL 2013: Solo Dio Perdona
Non si mettono in dubbio le qualità tecniche di Refn. E nel film le sue potenzialità si vedono nella rappresentazione di Bangkok grazie al contrasto tra i colori primari dei neon (in particolare il rosso e il blu). Tuttavia Solo Dio Perdona è debole nella caratterizzazione dei personaggi, troppo deboli e statici, e questo senso di vuoto viene rimpiazzato dalle scene esorbitanti di violenza dei protagonisti. Peccato. (recensione)
NON VALUTATI MA:
-La migliore offerta
Un bellissimo film che porta alla rinascita del celebre regista siciliano. Una storia intrigante con un cast internazionale importante (Geoffrey Rush e Jim Sturgess). Da vedere.
- Flight
Un Denzel Washington inedito che va incontro alla sua coscienza dopo l’incidente aereo che ha portato alla morte decine di persone. Tensione al massimo e una regia (quella di Zemeckis) da togliere il fiato.
- Les Miserables
Per chia ama il musical e il romanzo di Hugo, non può perdersi il film di Tom Hooper (Il Discorso del re). Emozione allo stato puro.
- Frankenweenie
Tim Burton riporta alla luce un suo vecchio progetto bocciato precedentemente dalla Disney. Grazie alla tecnica dello stop motion e al bianco e nero il regista propone una storia tetra, con al centro il tema della morte, ma adatta a ogni tipo di pubblico.