La mia Africa
Furia selvaggia
The Square
Ecco oggi, giorno di festa, anche la lista dei film più belli del pomeriggio tv. Free, s’intende.
Uomini contro di Francesco Rosi, Iris, ore 13,32.
La prima guerra mondiale sull’altipiano di Asiago vista (con occhio proto-revisionista) da Francesco Rosi. Uomini contro è del 1970, dunque in pieno clima giovanil-rivoluzionario post sessantottino, non può che adeguarsi allo spirito del tempo. Ne esce un film fortemente antimilitarista, critico verso le gerarchie, che radicalizza la già forte critica contenuto dal libro da cui è stato tratto, Un anno sull’Altipiano di Emilio Lussu. Il giocane ufficiale Lussu (Gian Maria Volontè, chi se no?) si ritrova immerso nella sporca guerra di trincea, di assalti e controassalti di bombe e baionette, di feroci corpo a corpo nel fango col nemico, e assiste impotente all’inettitudine e incompetenza degli alti comandi. Non precisamente un film patriottico. Messinscena robusta e sicura, non senza qualche tocco melodrammatico, ad opera del professionista del cinema civile Francesco Rosi. Buono, anche se oggi Uomini contro non può che apparire datato e troppo legato al suo tempo.
Auguri professore di Riccardo Milani, Iris, ore 15,26.
School-movie all’italiana che arriva, siamo nel 1996, subito dopo La scuola di Luchetti e inevitabilmente finisce col soffrire il confronto. Anche perché il protagonista è sempre Silvio Orlando. Anche qui nella parte di un prof, uno che viene dagli idealismi anni Settanta e poi annegato nelle amarezze e disillusioni. Fino a quando arriva a insegnare una sua ex allieva (Claudia Pandolfi), e si riaccende un po’ di voglia di futuro, e di fiducia nel proprio lavoro.
La mia Africa di Sydney Pollack, Rete 4, ore 15,34.
Irresistibile melodramma coloniale che popolarizza il libro di memorie di Karen Blixen e ne cava un sontuoso spettacolo per le masse già globali (siamo alla metà degli anni Ottanta). Karen e il romanticissimo amore per un cacciatore inebriato della natura africana e della sua selvaggeria. Finirà in lacrime. Panoramiche spettacolari e una narrazione sapientemente condotta da un sublime professionista come Sydney Pollack. Il film se lo divora tutto Meryl Streep, indimenticabile nelle sue tenute con sahariana e casco. Lui è Robert Redford. La bellezza di sette Oscar, compreso miglior film e migliore regia.
I quattro tassisti di Giorgio Bianchi Iris, ore 17,26.
Esempio di quell’adorabile cinema italiano (detto) minore che tra anni Cinquanta e primi Sessanta costruì, attraverso la leggerezza e gli umori della commedia popolare, un quadro antropologicamente esatto dell’Italia in mutazione. Quattro episodi sul comune tema del taxi e dei tassisti. Ognuno con al centro un comico-commediante allora (anno 1963) popolarissimo. E i quattro sono Gino Bramieri, Peppino De Filippo, Erminio Macario e Aldo Fabrizi. Dirige Giorgio Bianchi. Con strepitose apparizioni di Didi Perego e Gianrico Tedeschi.
Furia selvaggia di Arthur Penn, Rai Movie, ore 17,50.
Per cinefili duri e puri. Per chi ama il cinema di Arthur Penn, regista di furori e indignazioni, intellettualmente muscolare e vigoroso, l’autore per capirci di Gangster Story, Piccolo grande uomo, Anna dei miracoli. Questo, del 1958, di Penn è il primo lungometraggio, ed è anche una delle molte versioni cinemtografiche della storia infinita di Billy the Kid e dell’uomo che lo uccise, Pat Garret. Ruvido e iper espresivo bianco e nero, e un Paul Newman che si porta dietro in questa storia western le nevrosi, anche nell’acting, dei ribelli senza causa di quel tempo. Il ragazzo Billy è legato a un inglese che verrà ucciso dallo sceriffo Pat Garrett. Sarà il detonatore della sua rabbia, e l’inizio di una scontro con Garrett che finirà nel dramma. Tratto da un lavoro per la televisione di Gore Vidal, quindi potete immaginarvi i molti sottotesti omosessuali (l’essere mancino di Kid è forse un’allusione a quella che allora qualcuno chiamava inversione sessuale). Cultistico.
The Square di Jehane Noujaim, La Effe, ore 19,15.
Replica tv del già molto celebrato e importante The Square, inserito nella cinquina dei candidati all’Oscar nella categoria miglior documentario. Un film che, partito nel gennaio 2013 dal Sundance – dove ha vinto un premio -, ha poi fatto il giro di vari festival, compreso Toronto e la recentissima Berlinale, ed è adesso in alcuni cinema italiani – qui a Milano lo danno al Beltrade. La Effe però brucia tutti e ha deciso di mandarlo in onda oggi, a pochi giorni dagli Academy Awards, ed è il caso di non perderlo. The Square, La piazza. E la piazza è la madre di tutte le ultime piazze rivoltoso, la cairota Tahrir, epicentro della rivolta anti Mubarak. Certo, a ormai tre anni di distanza son più le questioni aperte di quelle che son state risolte dalla rivoluzione, e sappiamo come sia finita, prima con il governo islamista di Morsi, adesso con il pugno di ferro dell’ennesimo generale al potere, Al Sisi. The Square ci fa tornare ai giorni belli che han riempito di speranza l’Egitto, e il mondo, in cui si lottava e urlava contro il regime di Mubarak e i suoi famigli coltivando il sogno della democrazia e di una società finalmente aperta. Uno sguardo dentro la piazza, dall’interno e dal fondo della rivoluzione, uomini, donne, discussioni e dibattiti, scontri e resistenze. Non è il primo film su piazza Tahrir, era già arrivato – a Locarno poi in qualche sala – l’italiano Tahrir, Liberation Square, ma questo The Square della regista Jehane Noujaim è di sicuro quello dal peso maggiore.