Il primo a essere citato è la riduzione cinematografica di un racconto di Gogol', il Vij : L'autore dell'articolo dice ironicamente (traduco): "E' ancora più spaventoso guardare un film che descrive avvenimenti che hanno avuto luogo proprio nella tua città o non lontano da essa. Tra l'altro i realia russi di per sé sono un horror di prima classe". Facendoci intendere che il terreno russo potrebbe essere particolarmente fertile per lo sviluppo del genere!Il Vij è la storia di un seminarista Choma Brut (interpretato dall'attore Leonid Kuravljov) che ha ucciso per errore una strega, diventato sacerdote viene chiamato a vegliare per tre notti un morto che si rivela essere proprio la giovane strega (Natal'ja Varlej) che egli ha ucciso. Choma affronterà in quei giorni creature del male in quantità e alla fine il Vij in persona.
Il film fu girato nel 1967 e ebbe un grande successo con oltre 30 milioni di spettatori. Pare che l'idea di girare il film fosse venuta a Ivan Pyr'ev (Le notti bianche) che all'epoca era direttore di Mosfilm il quale affidò l'incarico a due giovani studenti: Konstantin Ershov e Georgij Kropacjov. Il lavoro dei due entusiasti novellini venne ridimensionato dal regista Aleksandr Ptushko che tagliò alcune scene ritenute troppo realistiche. Il film fu girato in Ucraina e la chiesa utilizzata è bruciata completamente nel 2006. La strega è interpretata da Natalja Varlej famosa per il ruolo della "prigioniera del Caucaso" nel film di Leonid Gajdaj "Una Vergine da rubare", dopo questo ruolo la Varlej fu abbandonata dal pubblico che la aveva tanto amata nel film dell'anno precedente e per quattro anni non interpretò nessun ruolo al cinema.
Nel 1991 esce un altro film di ispirazione letteraria Pijuscije krov' (Bevono il sangue), tratto dalla novella Upyr' (Il vampiro di Aleksej Tolstoj, tradotto in italiano, ormai fuori catalogo ma sicuramente reperibile in biblioteca per chi potesse essere interessato). Nel film recita Marina Vlady, attrice russa emigrata in Francia, famosa, oltre che per i suoi film e la sua bellezza, per essere stata la moglie di Vladimir Vysockij. Prodotto da Lenfilm con la regia di Evgenij Tatarskij narra la storia del principe Runevskij, invitato nella casa della proprietaria terriera Sugrobina (il nome è un programma, nel cognome infatti vediamo la parola grob che in russo è la cassa da morto!) accetta l'invito poiché si è invaghito della nipote della proprietaria, la bella Dasha.. L'atmosfera nella casa e davvero strana e ben presto il principe si renderà conto che intorno a lui ci sono soltanto vampiri.
Il film è stato giudicato di fatto molto meno pauroso della novella originale e sicuramente girato in atmosfera di austerità con risparmio su costumi e ambientazioni, per non parlare del deficit di pellicola per cui molte scene erano "buone alla prima". A tratti noioso, il film si salva per la recitazione di Marina Vlady, che è la proprietaria terriera Sugrobina. Il potenziale del racconto di Tolstoj non è stato sicuramente sfruttato, possiamo solo sperare in un remake.
Il regista è Bach'it Kilibaev, autore anche della sceneggiatura.
La città di Mosca è in preda alle forze del male, i nuovi ricchi sono visti come creature maligne che fanno quello che vogliono con le persone normali, si tratta di una specie di metafora del mondo ingiusto che sarebbe venuto...Non si riesce a raccontare la trama del film che vive di immagini e che forse può non piacere agli amanti del genere perché non ha tutta la distruzione, il sangue e gli effetti speciali di altri film, anzi sembra composto da una serie di scene slegate le une dalle altre. E' comunque imperdibile per chi si vuole fare un'idea del genere in Russia. Da ricordare la protagonista Ekaterina Kmit.