I migranti fiduciosi e gli scafisti scellerati

Creato il 24 dicembre 2014 da Marianna06


 

Settecento migranti a bordo di un mercantile in partenza dalle coste turche e abbandonati a se stessi in balia delle acque gelide e agitate del Mediterraneo, in quanto gli scaltri scafisti (veri e propri assassini) , incassato il denaro pattuito, hanno ben pensato d’inserire il pilota automatico e di allontanarsi in tutta fretta.

Il carico umano era costituito in massima parte da profughi siriani (e noi sappiamo cos’è l’inferno siriano le cui fiamme continuano ad ardere ancora mentre scriviamo) e molti erano i  nuclei familiari con bambini. Secondo quanto hanno riferito, il giorno 21 dicembre, allo sbarco nel porto siciliano di Augusta, erano tutti salpati appena una settimana fa da Mersin, in Turchia. Dopo alcuni giorni di navigazione, i quattro scafisti, traghettatori senza scrupoli,come detto sopra, avevano improvvisamente abbandonato il mercantile, inserendo il pilota automatico, consapevoli che nessuno dei passeggeri era in grado di manovrare la nave. Per fortuna, il Carolyn Assense, questa la denominazione del mercantile,di cui al momento non sono note né  bandiera, né  identità degli originari proprietari, era stato avvistato già il sabato da un ricognitore aereo legato alla Frontex, la missione europea di controllo delle frontiere.

In quel momento si trovava a circa cento miglia dalle coste siciliane, in acque internazionali. In poche ore le unità della Marina e della Guardia costiera italiane hanno raggiunto il mercantile. Nonostante le avverse condizioni del mare, i militari sono riusciti a salire a bordo del Carolyn Assense, che procedeva a sei nodi di velocità appunto con pilota automatico — una situazione sempre pericolosa con mare mosso o, peggio, in caso di tempesta — e a prenderne il controllo.

Tutto è bene quel che finisce bene. E siamo ovviamente contenti per il lieto fine. Uomini, donne e bambini oggi  sono salvi  e, con le necessarie cure del caso, chi ne avesse bisogno, prima o poi potranno riprendersi. Ma quel che è certo è che con difficoltà, dimenticheranno quegli attimi di terrore e di scoramento, che hanno attraversato loro  la mente e il cuore, quando si sono resi conto d’essere impotenti a gestire un evento molto più grande di loro, imprevisto e, soprattutto, imprevedibile. Loro che fiduciosi, una volta pagata a carissimo prezzo la libertà agognata, senza mettere in conto i disagi certi del prima e del dopo, hanno subito la peggiore delle truffe, compiuta da scellerati senza un briciolo di moralità. Esseri avidi, molto che meno bestie.

Le bestie, infatti, uccidono per istinto solo quando ne  hanno necessità.

Questi, invece, hanno sconfessato ogni umano rispetto e inducono, chi ha sensibilità, a vergognarsi.

Episodi efferati come questi certo ne sono già capitati nel nostro Mediterraneo e, talora, com’è noto, e non è neanche trascorso molto tempo, il mare si è mutato all’improvviso in un’enorme tomba per migliaia di uomini, donne, anziani e bambini, cui possiamo semplicemente imputare il sogno,com’è legittimo che sia, di avere desiderato una vita migliore.

Noi, allora,dinanzi a questi fatti, anziché assuefarci, abbiamo il dovere, semmai, di liberarci dall’indifferenza, che purtroppo è il  male del nostro tempo, e con essa dalla superficialità e dall’insensibilità, che ne sono i  corollari.

E gridarlo, se è necessario, a chi fa spallucce che non si può più stare a guardare. Che non ci si può esentare, quanto meno, dal fare opinione  con i mezzi e nei contesti, che abbiamo a disposizione. Che non è sufficiente delegare altri. Che razzismo è peccato. Che accoglienza è bello ed è un dovere. Che è scandalo piuttosto il contrario.

Il contrario del progetto di Dio sull’uomo. 

            Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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