I miliardari nel 2013: gli uomini i più ricchi del mondo

Da Metallirari @metallirari
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La classifica annuale, che viene pubblicata da ormai 27 anni, redatta da Forbes degli uomini più ricchi del mondo, continua ad aumentare in termini di valore e di numeri. In altre parole, i miliardari nel mondo sono in aumento e il loro patrimonio è in crescita. I super-ricchi sono 1.426 e vantano un patrimonio complessivo di 5.400 miliardi di dollari.

Gli Stati Uniti fanno la parte del leone con 442 miliardari, seguiti da Asia, Europa, Americhe e Medio Oriente insieme all’Africa. In aumento la ricchezza di Amancio Ortega, del gruppo spagnolo Zara, che arriva per la prima volta al 3° posto, mentre Warren Buffett, leggendario miliardario americano, per la prima volta dal 2000 non compare nei primi tre posti della classifica.

Ecco la classifica dei Paperon de’ Paperoni del 2013:

  1. Carlos Slim Helu & famiglia (73 anni, messicano)
  2. Bill Gates (57 anni, statunitense)
  3. Amancio Ortega (76 anni, spagnolo)
  4. Warren Buffet (82 anni, statunitense)
  5. Larry Ellison (68 anni, statunitense)
  6. Charles Koch (77 anni, statunitense)
  7. David Koch (72 anni, statunitense)
  8. Li Ka-shing (84 anni, di Hong Kong)
  9. Liliane Bettencourt & famiglia (90 anni, francese)
  10. Bernard Arnault & famiglia (64 anni, francese)

Il leader della classifica, magnate delle telecomunicazioni messicano, possiede anche il Grupo Financiero Inbursa,  il Grupo Carso e nell’ultimo anno anche tre squadre di calcio. Tra i nuovi miliardari ha fatto il suo ingresso Renzo Rosso, fondatore e proprietario del gruppo Diesel. Il miliardario che ha perso più soldi durante l’anno in esame è il brasiliano Eike Batista che ha perso la bellezza di 19 miliardi di dollari e che è passato dalla settima posizione alla centesima.

Anche tra i miliardari le donne sembrano discriminate: tra i primi dieci nomi soltanto uno è femminile.

Leggendo questa classifica, qualcuno potrebbe pensare che uno degli effetti della globalizzazione sia di concentrare la ricchezza nelle mani di una ristretta minoranza e di distribuire la povertà in un numero sempre maggiore di persone.

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