All’Università di Southampton è stato perfezionato un sistema di archiviazione dati in grado di conservare l’eredità culturale dell’umanità per miliardi di anni
Una capsula del tempo high tech
<img src="http://retroonline.it/wp-content/uploads/2016/02/university_logo_lg.jpg" alt="university_logo_lg" title="" width="300" height="250"></a>A vederlo sembra un semplice vetrino da laboratorio per le analisi al microscopio, ma quello che racchiude al suo interno è forse il patrimonio più grande che esista. Il disco in vetro di quarzo presentato dall’ <a href="http://www.southampton.ac.uk/news/2016/02/5d-data-storage-update.page" title="Optical Research Center">Optoelectronics Research Center</a> della Southampton University è infatti una vera enciclopedia del sapere umano. Quello che rende sensazionale questo strumento non è però la sua mostruosa capacità di 360 terabyte quanto il fatto che <strong>le informazioni in esso contenuto possano conservarsi per miliardi di anni</strong>.</p>
<p>Il segreto sta nella tecnologia estremamente avanzata utilizzata in questo disco. <strong>La registrazione dei dati viene infatti realizzata tramite la scrittura laser a femtosecondi</strong>. I dati sul disco consistono in microscopici punti disposti su tre strati distanti l’uno dall’altro cinque micrometri.<strong> Oltre alle tre coordinate classiche, ogni punto viene letto tenendo conto anche della sua dimensione e del suo orientamento, rendendo questo sistema a tutti gli effetti 5D</strong>. La luce che attraversa il disco viene influenzata dalla nanostruttura realizzata rendendo così possibile la lettura di quanto inciso, servendosi di un microscopio ottico e di un polarizzatore.</p>
<p>La stabilità termica di questo sistema arriva fino a 1000° Celsius e la sua durata alla temperatura di 190°C è stata stimata in 13,8 miliardi di anni.</p>
<p>La dimostrazione dell’effettiva funzionalità di questa tecnologia è stata provata sperimentalmente già nel 2013, quando venne registrato in 5D un file di testo di 300kb, ma adesso sono maturi i tempi per il definitivo salto di qualità che renda operativo a tutti gli effetti questo “disco dei miracoli”.</p>
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<h3>Un sogno chiamato eternità</h3>
<p>Quello di superare i confini del tempo e far sopravvivere la propria eredità al logorio degli anni è un sogno che l’umanità culla da quando è nata. Tutti i grandi monumenti dell’antichità in ultima analisi non sono altro che tentativi di trasmettere nei secoli a venire le vicissitudini di popoli e personaggi famosi.</p>
<p>Nel secolo scorso<strong> l’apice di questa ricerca dell’immortalità è stata raggiunta con il grande successo delle cosiddette capsule del tempo</strong>, contenitori creati appositamente per conservare oggetti o informazioni alterandone l’ambiente interno. Riducendo l’ossigeno presente in questo recipiente è possibile limitare l’ossidazione a cui vanno incontro gli oggetti che contiene.</p>
<p>Molte di queste casule sono state sepolte nelle fondamenta degli edifici e hanno delle “date di scadenza” alla quale dovrebbero essere aperte, altre sono attualmente “sepolte” nello spazio profondo in attesa di essere ritrovate in un futuro remoto. Durante la missione Apollo 11, per esempio, è stata lasciata sulla Luna una placca metallica raffigurante i due emisferi terrestri, un’iscrizione, le firme degli astronauti e del presidente americano Nixon. Le sonde Pioneer 10 e Pioneer 11, attualmente in viaggio nello spazio profondo, portano placche in alluminio e oro raffiguranti illustrazioni pittoriche di un uomo, una donna e alcune informazioni sul sistema solare, il tutto realizzato per permettere a chi dovesse in un futuro recuperarle di risalire al pianeta di origine. La nuova tecnologia dei <strong>dischi 5D apre una nuova epoca in questo settore diminuendo lo spazio necessario per ospitare queste informazioni e aumentandone al contempo la durata</strong>. Se poi tra qualche miliardo di anni l’umanità non esisterà più sarà poi un problema di eventuali alieni interpretare quanto contengono…</p>
<h3>Un disco da supereroi</h3>
<p><a href="http://retroonline.it/wp-content/uploads/2016/02/space.jpg"><img src="http://retroonline.it/wp-content/plugins/wp-images-lazy-loading/images/grey.gif" alt="space" title="" width="300" height="199"><figure class="hammy-responsive alignright size-medium wp-image-70034" title="" data-media="http://retroonline.it/wp-content/uploads/2016/02/space-300x199.jpg"><noscript><img src="http://retroonline.it/wp-content/uploads/2016/02/space-300x199.jpg" alt="space" title="" width="300" height="199"></a>L’eccezionalità di questi dischi è tale da aver fatto loro guadagnare il soprannome di “Superman memory crystal”, in onore dei famosi cristalli di memoria grazie ai quali il supereroe poteva immagazzinare una quantità immensa di informazioni in pochi centimetri di supporto.</p>
<p>Al momento<strong> i ricercatori britannici hanno già provveduto a salvare come copie digitali</strong> su questi supporti alcuni tra i documenti principali della storia umana come la <strong>Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, il volume “Ottica” di Newton, la Magna Carta e la Bibbia</strong>.</p>
<p>In occasione della International Society for Optical Engineering Conference di San Francisco ,tenutasi a metà febbraio, il professor Peter Kazansky, uno dei responsabili del progetto, ha dichiarato “è incredibile pensare che abbiamo sviluppato la tecnologia per conservare documenti e informazioni in grado di resistere per così tanti anni da non riuscire nemmeno a contarli. Questa tecnologia può garantire l’eredità della nostra esistenza: tutto quello che abbiamo imparato non sarà dimenticato”.</p>
<p>Adesso per il team di ricerca è tempo di trovare partner industriali che sostengano l’iniziativa dandole ulteriore slancio in vista di una sua commercializzazione. Trattandosi di una forma di memoria portatile, stabile e sicura <strong>la tecnologia 5D potrebbe essere utilizzata per i grandi archivi di musei e biblioteche.</strong></p>
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