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I miti da distruggere: dare al lettore solo quello che vuole

Da Marcofre

Da quando nel 2009 ho deciso di provare a combinare qualcosa con la scrittura (ignoro quale destino avrò), ho ricominciato a frequentare blog, forum, e via discorrendo, per avere un’idea.
Spesso si finisce su siti (anche anglosassoni), oppure si leggono opinioni di scrittori baciati dal successo.

Quello che se ne ricava di solito è qualcosa del tipo:

Occorre dare al lettore quello che vuole

Beh, non è esatto. La letteratura mondiale è lì a raccontarci un’altra storia.
Per esempio.
C’è uno studente senza soldi (ovviamente), che vive in una soffitta, e soffre pure la fame (per non farsi mancare nulla). E pensa, pensa, pensa, pensa, pensa, pensa.

Poi una mattina prende l’ascia, esce dalla soffitta e si reca da una vecchia usuraia. Le pianta l’ascia in fronte, si volta giusto nel momento in cui la sorella della morta varca la soglia, e lo trova lì. Prima che gridi, un colpo d’ascia, e la sorella si ricongiunge alla morta.

Dubito che in Russia (sto parlando di “Delitto e Castigo” di Dostoevskji), quei pochi che sapevano leggere passassero pomeriggio e sera a macerarsi dicendo:

Come vorrei leggere una storia di uno che pensa, pensa, pensa, pensa, fa la fame e pensa, e poi apre la testa di due donne con un’ascia. Ahimè come sono infelice, e che brutta letteratura ci offre la Russia!

La letteratura è zeppa di libri che raccontano storie di cui nessuno sentiva la necessità, almeno finché non sono state stampate. Pensare il contrario, è come cercare di applicare l’aritmetica alla narrativa. Per la prima, 2+2 fa sempre 4, non si scappa. Per la seconda: boh! Forse 6, -11, oppure 3.

Le impazzite variabili del vivere, il disordine che dorme sotto le apparenze impeccabili e tirate a lucido, e che d’un tratto balza fuori, colpisce con una zampata e torna a nascondersi.
Questo spiega (forse), perché molti abbiano a noi certa letteratura, e ne reclamino altra: non alta, proprio altra.

Nessun giudizio, ci tengo a ribadirlo per l’ennesima volta. Ciascuno legge quello che vuole, e scrive quanto desidera. Però se scegli di fare sul serio, ricorda che consigli ed esempi non sono da prendere come oro colato. E che come diceva il buon Orwell, “la libertà è dire alla gente quello che non vuole sentire”.


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