Fare del bene va bene. Utilizzare i milioni di dollari del cinema per cause umanitarie va più che bene. Far diventare l’impegno per l’Africa una semplice moda che segue i cliché del bianco buono e generoso non va bene. Strumentalizzare le azioni solidali ai fini di una carriera cinematografica o politica è addirittura delittuoso!
In cuor mio mi auguro che, qualsiasi sia la ragione che sottende le azioni, il denaro hollywoodiano aiuti concretamente a migliorare delle situazioni.
Belli, impegnati, intelligenti, soprattutto buoni e generosi. E con la barba, che non è indispensabile ma aiuta, a giudicare dall’affollamento di barbuti che hanno sfilato sul red carpet agli ultimi Oscar. Sono loro i nuovi padroni di Hollywood: in testa Ben Affleck che quella sera si è portato a casa i premi più prestigiosi sbaragliando la concorrenza. E che pochi giorni dopo parlava sul palco del Ted – la grande conferenza dove le migliori intelligenze dell’era Internet si scambiano le conoscenze - per promuovere la causa del Congo orientale: “L’altro mio vero scopo nella vita”, come lui stesso la definisce.
E ora il New York Times battezza la tendenza con un marchio di qualità caro al cinema americano: Ben e i suoi amici sono il nuovo “Rat Pack”, che è come aver vinto un’altra statuetta e sedersi accanto ai mostri sacri della Hollywood in bianco e nero. La definizione è…
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