I monologhi di una Irina (l’outing di un’atleta per professione)

Da Trentinowine

Foto di Paola Attanasio

INTRO

Ciao a tutti mi chiamo Irina e sono atleta per professione. Cosa significa essere atleti per professione e non per passione? Significa aver avuto da giovani l’amore e, non nego, anche una certa predisposizione per l’attività motoria e decidere, successivamente, di fare di questa passione il proprio mestiere. Ho frequentato l’ISEF, poi ho aperto la mia palestra e oggi, a distanza di quasi 20 anni, per essere sempre più all’altezza, mi son reiscritta all’Università, conseguendo la laurea e specializzazione per l’attività motoria preventiva e adattata, che consente la riabilitazione da traumi. Il mio lavoro è bellissimo, gratificante, mi piace essere utile a chi non sta bene e mi mette a contatto con realtà umane molto differenti tra loro e dalla mia: ogni giorno ho a che fare col coatto che mastica pacchiando gomme alla menta piperita, amante del muscolo spinto, fino al radical chic che, invece, snobba i muscoli, pericolosi attentatori e ottenebratori dell’integrità intellettuale. Da anni il mio carattere, di per sé non proprio semplice, si scontra con questa varietà di soggetti, e non vi dico cosa ne viene fuori.

Tra il serio e il faceto mi piacerebbe raccontarvi di me e delle mie peripezie che avvengono in palestra, tempio del benessere, di banali e comici luoghi comuni, di nomi e parti anatomiche pronunciate in maniera storpiata e luogo in cui attecchiscono vecchie credenze popolari legati alla salute fisica e soprattutto macabre leggende legate al ciclo mestruale. Suddividerò i miei racconti in puntate,  per non essere prolissa e noiosa, spero, quindi di farvi sorridere ed io di sfogarmi un po’…