Molte volte abbiamo sentito parlare di tutto questo e molte altre volte abbiamo sentito parlare di prestiti, sempre in America, di durata molto lunga in modo da essere appetibili anche alle famiglie più disagiate economicamente, salvo poi rendersi conto nel tempo, che le famiglie non avevano i mezzi per poter far fronte a questi debiti.
E in Italia? In Italia che succede?
Molte cose sono successe nel mondo economico e finanziario italiano, il terremoto che ha scosso le banche di tutto il mondo, nel Bel Paese è stato, almeno per il monento, contenuto, ma sono tante le preoccupazioni e le questioni non risolte, per esempio l’affaire mutui.
Quando si parla di mutui, scatta in automatico pensare ad una persona che richiede un prestito, ma mutuo è anche un prestito richiesto da uno Stato o da un ente pubblico.
In Italia questa questione è molto rilevante, basta fare qualche esempio: l’Efim ha un buco di 6 miliardi di euro, gli altri enti pubblici non se la passano meglio però, ci sono debiti dappertutto e la situazione è sempre più difficile da gestire.
Qualche altro esempio: ancora per molto dobbiamo pagare i mutui contratti per far fronte alle spese del Giubileo del 2000, la spesa sanitaria, soprattutto in alcune Regioni ha raggiunto cifre grottesche, si tratta di somme che è tecnicamente impossibile colmare, un malcostume, un modo sbagliato di gestire la cosa pubblica durato per decenni e che ricadrà inesorabilmente, come cosenguenze, sulle attuali e le prossime generazioni.
Le tre E, efficacia, efficenza ed economicità, le nuovo colonne portanti che dovrebbero guidare il mod di gestire gli enti pubblici, sono ancora bel lungi dall’essere seguite, ma, ed è questo il punto preoccupanta, quand’anche la cosa pubblica fosse amministrata magistralmente, rimane il problema dei mutui da pagare.