Quindi, tutto quello che vi posso offrire è qualche consiglio su come districarvi in questo pianeta tentacolare che è l’Internet a elevato tasso di democratizzazione, che poi il mio suggerimento è evitare di immischiarsi nei fatti degli altri, non cadere nelle tentazioni di discutere, rispettare il prossimo più di quanto già non facciate nella vita reale, ricordarsi di cancellare la cronologia quando visitate siti poco edificanti dal punto di vista della vostra brand reputation soprattutto con i vostri famigliari.
D’altronde, l’impareggiabile vantaggio di praticare la misantropia è che si evitano discussioni. Meno comune è lo schifare la gente su Internet, giacché l’anonimato mette la nostra faccia e i relativi connotati al riparo e ci consente di dismettere le nostre responsabilità in un paio di click. Così è molto più salubre tenersi lontano dai commenti sui siti di informazione compresi quelli che, almeno in teoria, dovrebbero essere meglio frequentati. Starsene alla larga nel senso di non leggerli nemmeno, addirittura fermarsi al titolo delle notizie se le notizie parlano di cose come i morti annegati, fenomeni migratori, primarie PD, manifestazioni di dissenso popolare e cronaca nera tout court.
E mi rivolgo soprattuto a voi a cui interessa il parere della gente. Perché? Perché leggete, elaborate, dissertate e cercate di rispondere e di convincere? Perché vi confrontate lungo i commenti dove vi si lascia spazio apposta per azzuffarvi? Quale interpretazione può esserci oltre il fatto in sé, in tutti questi casi di oggettiva evidenza delll’accaduto?
Non c’è muro di gomma più gommoso di tutto quello che i più fanno rientrare nella categoria dei socialcosi. Date retta ai dummies, quelli veri a forma di manichino, che ci hanno sbattuto la testa. Fermatevi prima di premere l’invio, dite di no alla vostra polemicità, farete del bene a voi stessi.