Arriva sul marketplace di Xbox Live un titolo dalle grandi ambizioni che farà sicuramente la felicità di tutti gli amanti dell'universo Zombie
A proposito di "sfruttamento di un genere", tutto si può dire riguardo a quello degli Zombie ma non che non sia stato approfondito a dovere dall'industria dell'intrattenimento: tra letteratura, cinema e videogame i titoli legati ai vecchi amici non-morti sono ormai incalcolabili. La cosa buffa poi, a pensarci un secondo, è che il fascino legato a questo immaginario è prevedibile quanto totalmente irrazionale essendo legato a concetti che si contano sulle dita di una mano e che si ripetono in modo identico in ogni produzione. Il fatto è uno: ci basta vedere un morto che cammina barcollante ed in cerca di carne umana e siamo felici. Almeno finchè tutto ciò rimane nella fiction, ovviamente. La prevedibilità di certi archetipi umani raggiunge il suo apice di fronte agli Zombie, qualsiasi trama che si leghi o ruoti attorno all'espansione di un virus (non) mortale, l'estinzione della razza umana e la sopravvivenza post disastro ci rapisce e cattura l'attenzione. Se poi alla trama ci mettiamo anche un gameplay convincente tanto meglio. Ecco che nel discorso si inserisce il nuovo videogioco creato dagli altrettanto nuovi Undead Labs: State of Decay, disponibile sul marketplace di Xbox Live da pochi giorni.
Un nome che è un programma
Gli sviluppatori di State of Decay sembrano crederci davvero agli Zombie, o comunque non ci scherzano affatto. Si capisce chiaramente scrutando il loro (appena nato) sito ufficiale dove si legge che l'arrivo dei non-morti e la loro proliferazione nel mondo non è tanto una questione di se, piuttosto di quando. Pensando forse di creare un videogioco "educativo" a tal scopo hanno dato vita alla loro prima e (per ora) ultima fatica con l'intento di farci capire come potrebbe essere la normale vita sociale dopo un evento particolarmente devastante come l'arrivo di questa particolarissima quanto potente "malattia" degenerativa. Cominciamo con il dare una informazione particolarmente preziosa: il fondatore e capo del neonato team Undead Labs non è un tipo qualunque, non è un appassionato di Zombie dell'ultimo minuto e non è un programmatore trovato dietro l'angolo, bensì trattasi niente-popo-di-meno che di Jeff Strain.
Una nuova interpretazione
Finalmente ecco un gioco di zombie dove il gameplay non è imperniato sulla strage coatta e indiscriminata di orde di non-morti e l'avanzamento attraverso vari livelli. Come ogni appassionato di questo genere ben sa, la cosa più importante e difficile da fare in queste situazioni non è tanto eliminare fisicamente i mangia-uomini, ma riuscire letteralmente a sopravvivere in un modo devastato dai saccheggi, la scarsità del cibo e della benzina, l'affaticamento psicologico dell'essere sempre braccati e mai al sicuro, in nessun posto. State of Decay cerca di metterci nei panni di un sopravvissuto in un mondo post-apocalittico dominato da orde di affamati zombie, dove i nostri compiti principali sono procurarci acqua e scorte, fortificare la propria base, salvare vite umane, ma soprattutto cercare ad ogni costo di evitare di attirare l'attenzione di tutta quella fauna di creature fameliche che popolano ormai la terra, ben consci che lo scontro diretto tra noi (pochi e stanchi) e loro (tanti e arrabbiati) porterebbe inevitabilmente a niente di buono. Quello in cui riesce maggiormente State of Decay è proprio creare una sorta di atmosfera basata su una condizione precaria tangibile e verosimile, un micro mondo credibile ricco di cose da fare, luoghi da esplorare e persone da incontrare. A prescindere dagli Zombi: quelli sono solo il presupposto sul quale poggia tutta la storia, non il fulcro. Il moribondo mondo creato per State of Decay è tremendamente vivo e pulsante, appassionante come una pellicola di Romero, avvincente come un film d'azione alla Resident Evil, drammatico come una puntata della prima serie di The Walking Dead perchè le azioni spendibili non si limitano allo sparare ma piuttosto ampliano il ventaglio di opzioni espandendosi con nuove possibilità.
Non c'è più posto all'inferno
L'obiettivo di State of Decay, o almeno uno tra i più importanti del gioco, è infatti "creare gruppo" e cercare di mantenere una comunità di sopravvissuti più folta e felice possibile. Lo scontro con i non-morti, quindi, è preferibile sempre evitarlo. Gli Zombie non sono il fulcro del gameplay e del gioco, bensì una sorta di "difficoltà" aggiuntiva, di paletto, proprio come i fantasmi di Pac-Man erano messi lì, tra noi e le pillole da mangiare. Ed esattamente come i fantasmi di Pac-Man, l'obiettivo non è tanto distruggerli quanto girargli intorno, evitarli e non farli arrabbiare per cercare di ottenere quello che vogliamo: un posto sicuro, cibo, scorte, medicine per il nostro gruppo. Il Pac-Man moderno di State of Decay ha una forte componente ruolistica che differenzia ogni personaggio in base alle proprie abilità e specifiche statistiche che si evolvono in base al comportamento del giocatore.
Siamo di fronte ad un grande gioco free roaming in sandbox, con un cuore action ma impostazioni stealth, fondamentalmente un survival, ma con elementi RPG e gestionali: insomma un titolo innovativo e fresco nel panorama dei giochi zombie-based. Passando sopra il comparto grafico, non si era mai visto un gioco così profondo, vario, lungo e appassionante legato al mondo del digital delivery su console. Assolutamente da avere per tutti gli zombie-fan, assolutamente da provare (c'è anche la demo) per tutti gli appassionati di videogiochi impegnativi e dalla grande atmosfera survival. In sede di decisione di voto non possiamo che premiare tutti i pregi di State of Decay, pur a fronte di evidenti limiti tecnici, tenendo conto anche del fatto che questo gioco, primo di una neonata software house, sposta l'asticella delle ambizioni dell'intero settore Live Arcade su uno standard più alto, finora raramente visto in questo genere di produzioni.
Claudio CamboniPro
- Finalmente un vero survival!
- Il gioco è lungo, impegnativo ed appassionante
- Le fasi gestionali e rpg si mixano alla perfezione
- È un gioco ricco di idee, e ben sviluppate
Contro
- Tecnicamente soffre di qualsiasi male
- Alla lunga il combat system può stancare