Uno di quelli che comanda sul serio è oggi Mario Draghi, governatore della BCE. Tanto padrone da permettersi di inviare, insieme a Trichet, una lettera al governo italiano con “consigli” di interventi in materia economica. I punti toccati sono praticamente i soliti: pareggio di bilancio; tagli alla spesa pubblica; tagli alle pensioni; condizioni di lavoro basate sulle esigenze d’impresa; libertà di licenziamento. Insomma, è presente tutto l’armamentario del neoliberismo. Ordini in forma di consigli di quell’ideologia che si fa potere.
È certamente un’ovvietà dire che non c’è niente di casuale nel fatto le richieste di Draghi e Trichet siano in alcuni punti perfettamente coincidenti con il cosiddetto Six Pack, e cioè la legge da macelleria sociale votata ieri dal parlamento europeo. Il Six Pack, imponendo di fatto il il rientro forzato del debito, costringe gli Stati membri ad adottare manovre economiche da macelleria sociale. Non rispettare il Six Pack significa andare incontro a sanzioni economiche pesantissime. Ma mentre in Italia la manovra economica del governo Berlusconi fa giustamente stracciare le vesti (passatemi l'eufemismo) all’opposizione, la stessa cosa non succede in Europa.
Prendiamo l’IdV, che in Italia con il suo leader Di Pietro parla di “manovra economica da buttare a mare”, ma poi ieri (28 settembre) ha votato in blocco proprio quel Six Pack che costringerà i governi europei a manovre assolutamente inique. Praticamente in blocco (ad eccezione di Vattimo in qualche caso) i deputati IdV al Parlamento europeo hanno votato insieme alle destre (e quindi anche insieme all’odiato, in Italia, PdL di Berlusconi) per la supremazia delle logiche monetarie sui bisogni delle persone in carne ed ossa. Il Pd, in questo caso, è stato solo un po’ meno drastico nelle sue scelte, avendo votato solo una parte dei provvedimenti previsti nel Six Pack. Unica eccezione è data dalla Sinistra Europea che ha detto “no” a tutto il pacchetto di norme.
A questo punto sarà bene ricordare che non ci troviamo di fronte ad una situazione particolare. L’IdV, in pochi lo ricorderanno (di quei probabilmente già pochi che ne erano a conoscenza), votò con convinzione a favore della direttiva Bolkestein che ufficializzò l’impostazione neoliberista dell’Unione Europea; e votò, sempre insieme alle destre in Europa, la direttiva che permette di derogare alle 48 ore di lavoro settimanali, dando la possibilità di arrivare a lavorare anche 65 ore in una settimana. Eccolo il “conformismo rispetto a un'ideologia che si fa potere” di cui parla Cremaschi. Ecco i padroni. Ecco la casta.