Durante l’allegro e incostituzionale renzismo, Camera e Senato hanno approvato veramente di tutto, qualunque cosa. In questi due anni ai nostri “onorevoli” rappresentati non ha fatto schifo davvero niente.
E’ stata imposta la cancellazione dell’ art. 18? Nessun problema! Un governo incapace ha imbastito una riforma del lavoro senza vere garanzie e tutele? Fatto! Uno stramboide megalomane ha partorito dai suoi deliri una legge elettorale capace di far sembrare il porcellum “appena appena” indecente”? Bellissima idea! Il prossimo Senato sarà sicuramente la corte dei miracoli del clientelismo? Era ora che mettessero tutti gli indagati illustri in unico posto. Così possono intrallazzare tranquilli. E passi che le carceri sono strapiene ma far diventare sindaci, governatori e i loro lacchè dei senatori mi pare un pelino fuori luogo.
Insomma il renzismo si è inchinato a qualsiasi riforma capestro voluta dalla Ue, ha ottemperato a tutto con una solerzia inusitata. Neanche la scuola e la sanità sono scampate all’ oscena mattanza.
Ma quando l’Europa ci ha chiesto una cosa sacrosanta, e cioè di rimetterci in pari con i diritti per le coppie di fatto è scoppiato il finimondo.
La “accorta” proposta Cirinnà è naufragata in senato sotto i colpi di veleni interni, di questioni di interessato principio e di vendicativi rancori trasversali.
Sia ben chiaro, questa volta non è colpa di Renzi. Tutt’altro! Quello ha solo obbedito all’Europa. Fosse stato per lui neanche ci si sarebbe infilato in quel ginepraio. E Come poteva? La maggioranza che lo sostiene è precipitato del più bieco cattolicume politico made in “fu Democrazia Cristiana”. Chi glielo faceva fare? Ammettiamolo, Matteo è stato costretto da quei rompiballe della Ue.
Quindi un secondo paradosso: sappiamo digerire di tutto senza batter ciglio, e mastichiamo il marcio persino con gusto; ma quando finalmente il governo vuole fare qualcosa decente, e per la quale avrebbe anche meritato un “indiretto” plauso, la cucina ci è diventata di botto indigesta e – ammettiamolo – a qualcuno ha fatto persino un po’ schifo!
A quel punto la potente maggioranza cattodem e i crociati di Alfano e Verdini alzano le barricate sulla riforma in nome del caro e vecchio “moralismo elettorale”, e così il governicchio del fare si vede costretto a cercare i numeri fuori dal reame dell’intrallazzo.
Terzo paradosso: Il potentume del renzismo rischia di crollare miseramente solo perché si è impegnato a garantire dei semplici, civili e “sacrosanti” diritti. Proprio un governo solido!
Diritti, Vignetta di Mario Airaghi, Clicca per ingrandire
La causa però era giusta, la battaglia valeva la pena di esser combattuta e quindi trova presto il sostegno di un’altra armata di disperati, quella dei grillini. Ora tutto sembrava a portata di mano, finalmente l’Italia correva il pericolosissimo rischio di diventare un po’ più civile. Ma sul più bello i grillini comprendono di avere un asso nella manica per far tremare il governo e iniziano a fare i preziosi: “Si forse votiamo, ora vediamo, fateci pensare. Oggi però non ci siamo, dobbiamo tagliare le doppie punte a Casaleggio, forse domani. Vi faremo sapere.”
Anche Grillo si sveglia dalla sua paranoica letargia e dal suo blog “decreta e concede” il “voto di coscienza” ai suoi parlamentari. Ma come? Grillo che dà liberta di coscienza? Lo stesso Grillo che considera eretici e dissidenti anche i camerieri che sbagliano a portargli l’ordinazione al ristorante ora lascia liberi i suoi?
Quarto paradosso: siate sempre liberi di decidere, ma solo se la cosa può tornare utile e se tiene ipocritamente insieme l’ampio ventaglio di elettori del movimento è ancora meglio. Non è facile gestire un’accozzaglia di incazzati che va dai fascistoidi più nostalgici agli stalinisti di stampo intestinale sempre con la purga in mano. I poli si toccano!
Sul versante del bigottismo fuori luogo va annoverata anche l’ingerenza della CEI che, attraverso monsignor Bagnasco, auspica il voto segreto in aula per l’inutilmente controversa riforma Cirinnà.
Furbo Bagnasco, molto furbo. Il Monsignore sa benissimo che i nostri politici amano il voto segreto. Il voto segreto in Italia è una garanzia, un’opportunità unica per l’intrallazzo. Per gli italiani il voto segreto è così segreto che nell’urna, per paura di esser scoperti, non ci portano neanche la coscienza.
Il governo a questo punto, per non correre rischi pensa alla furbata che taglia la testa al toro. Il Super Canguro! Una carognata “semplice semplice” da attuare: mettere la riforma Cirinnà in unico maxipacchetto, nel quale sono contemplate altre proposte di varia natura e ampiamente condivise da tutti, il resto vien da sé: a questo punto basta approvare la prima proposta contenuta nel pacchettone che in automatico vengono approvate tutte le altre, compresa la scandalosa riforma che concede uguali diritti a tutti infilata alla chetichella.
Ma niente! Il trucco non ha funzionato. Il Cangurone è stato stralciato dai pentastellati che hanno trovato illegittimo e incostituzionale l’escamotage.
Ultimo paradosso: è tanto ingiusto quanto indicativo della debolezza della nostra classe politica utilizzare un sistema scorretto e incostituzionale per render più civile questo paese, ma è ancora più triste fingere di difendere l’ iter parlamentare solo per tenere a bada tutte le correnti interne di un movimento pericolosamente eterogeneo, unito solo dalla rabbia e dal dissenso.
Cosa sarebbe costato ai Grillini far passare la Cirinnà e poi denunciare il metodo utilizzato dissociandosi da esso? Cosa credono di aver ottenuto fermando questo disegno di legge se non un ulteriore isolamento nel dibattito politico e civile di questo Paese? In un modo o nell’altro il governicchio del fare andrà avanti, e ora potrà recitare addirittura la parte della vittima per esser stato “fregato” da alleati scorretti.
Insomma qui tutti hanno perso, solo l’indecenza può dirsi soddisfatta.
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Vignetta di Mario Airaghi, SatiraNeuroDeficiente