i pazzi della traumfabrik...

Creato il 30 settembre 2014 da Omar
Ogni tanto bisognerebbe riprenderlo in mano, questo strepitoso Prima pagare poi ricordare uscito a metà dei duemila per le defunte edizioni Coniglio (ma poco tempo prima ci aveva pensato Castelvecchi a portarlo sugli scaffali), giusto per ricordarsi chi eravamo, e di cosa è stato capace di fare un manipolo di amici tossici e geniali.
Il libro è infatti il racconto di un pugno di anni memorabili in cui un gruppo di personalità artistiche - ancora indubbiamente acerbe ma satolle di energia - modificò in maniera radicale il modo stesso di concepire il fumetto e la satira in Italia. Era la Bologna del '77, e una squadra di talentuosi fattoni seppe ergersi a protagonista di una vera rivoluzione (contro)culturale: Stefano Tamburini, Filippo Scòzzari, Andrea Pazienza, Tanino Liberatore, Massimo Mattioli, Vincenzo Sparagna e tutti gli altri: ignoranti, maleducati, artisti, visionari, dissacranti, provocatori, indecenti, poetici, sempre e comunque contro tutto e tutti.
Si parte da un appartamento di via Clavature (per chi, come il titolare del blog, nel capoluogo emiliano ci ha studiato, un luogo mitologico!) ove il nucleo originario della Traumfabrik (fondata da Filippo Scòzzarie Pazienza)incontrerà la colonna romana dando vita a collaborazioni che coinvolgeranno tra gli altri Liberatore, Tamburini (padri di Rank Xerox) e il giornalista romano Sparagna, direttore de Il Male, coagulante imprescindibile che negli anni a seguire terrà faticosamente a bada alunni indisciplinati apparentemente privi di calcoli e strategie che tengano conto della spietatezza del mercato editoriale. Prima di arrivare a Cannibale Scòzzari, tra i pochi sopravvissuti all'agone e lucido autore di questo diario/biografia, ha già pubblicato fumetti - per lo più di fantascienza sotto pseudonimo - su Alter e LinusCon una lingua fantastica, infarcita di neologismi, allitterazioni e gustosissime screziature dialettali, Prima pagare poi ricordare ci racconta senza edulcorazioni di quel caotico esperimento: dalle frequentazioni universitarie ai primi spazi occupati e l’osmosi tra gli spiriti affini arriveranno gli stimoli culturali per dar vita alla rivista Cannibale - prematuramente estinta germinerà in Frigidaire. Articoli di denuncia e controinformazione si alternano su queste pagine a fumetti dalla carica innovativa esplosiva, spesso meglio delle parole sublimano in poche tavole situazioni e stati d’animo di quegli anni e in qualche modo  prefigurano scenari futuri avvilenti, i cattivi odori degli anni ’80 arrivano alle redazioni di queste riviste, Sparagna nei suoi articoli già parla del malaffare politico imprenditoriale che solo molti anni dopo prenderà forma nelle indagini del pool della Procura di Milano. Fino alle intuizioni dei falsi su Il Male, prime pagine de La Repubblica e de La gazzetta dello Sport abilmente contraffatte che arrivano ben oltre le 100.000 copie vendute.
Ugo Tognazzi capo delle BR, labbroni di suore magnificamente ritratte impegnati in spudorati blow-job in copertina e altre provocatorie amenità destinate a turbare gli animi di una società ancora sedata dallo strapotere DC sono il pane quotidiano di questo staff perennemente in fibrillazione creativa. Gradevolmente confuso tra aneddoti sulle attese di compensi mai percepiti dalle grandi case editrici e finti lapsus cognitivi (Giorgio Lavagna e Daniele Brolli diventano Giorgio Lavanga e Danilo Brolli) Scòzzari mette a segno un ritratto di una generazione spettacolare e trucida raccontandoci gli esordi di un nuovo modo di intendere il fumetto, con un Paz guascone al quale si perdonava tutto per la simpatia ed un talento davvero unico, e un Tamburini invidioso dell'abilità degli altri nel disegno. E poi uno Sparagna che non restituisce mai i soldi a nessuno.
Senza risparmiarci nulla, neanche i momenti di totale deriva. Agghiacciante il ritrovamento del cadavere di Tamburini, morto da dieci giorni nel suo appartamento, e della pulizia dell'appartamento, di cui si occuparono lui, Pazienza, Sparagna ed il padre di Tamburo. Eppoi, Paz che giura di aver smesso da una vita, con l'eroina, e subito dopo Scòzzari gli scopre la siringa personale: «the great Paz swindle». Ci passa un sacco di gente, in queste duecento pagine: il Bonvi, per esempio, poi Giuliano Amato, Giampiero Mughini (maddai!), Red Ronnie, Gianfranco Manfredi, Lorenzo Mattotti, Frank Zappa, Wolinsky, Laura Scarpa, Renato Queirolo, Walter Veltroni... Un libro imperdibile, assolutamente da ripescare, per gli appassionati e non solo.
Prima pagare poi ricordare
Filippo Scozzari (Ed. Coniglio)

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