In questi ultimi anni sono usciti due serial televisivi sul tema e alcuni romanzi, tra cui il recentissimo I peccati dei Borgia di Sarah Bower, viaggio nella loro vita fastosa e oscura, vista dagli occhi di Ester, giovane ebrea che fugge dalla Spagna dominata dall'Inquisizione e diventerà dama di compagnia di Lucrezia e amante di Cesare, con il nuovo nome di Violante che non le farà dimenticare le sue origini e la porterà ad assistere ad eventi e a fare incontri, fino ad un tramonto tranquillo, una volta sparita la famiglia che ha sconvolto, nel bene e nel male, la sua vita.
L'ambientazione alla corte dei Borgia forse non è nuova, ma non manca certo di fascino, e tra le righe l'autrice si sforza di andare oltre a certi stereotipi di una casata che non ebbe poi vizi diversi, dai figli dei Papa alla corruzione, di tante altre famiglie italiane che li anticiparono e li seguirono alla guida della Chiesa di Roma, ma che furono odiati come stranieri dalle varie famiglie papali capitoline, che inventarono anche storie su di loro, confutate solo in anni recenti dagli storici.
Tra ricostruzione storica e vicende di passione e d'amore, I peccati dei Borgia si inserisce nella tradizione del romanzo storico che mescola fatti reali e vicende inventate, che risale a Dumas (che dedicò un romanzo ai Borgia, recentemente riproposto per Newton Compton) e che ha saputo sopravvivere benissimo fino al giorno d'oggi, consolidandosi come genere evergreen e non legato alle mode. I romanzi storici comunque vendono sempre, e se sono soggetti ad alti e bassi questo è più legato magari alle epoche scelte, unico criterio di mode all'interno del genere.
I peccati dei Borgia è un libro di interesse per gli appassionati di romanzo storico, che invoglia a fare letture magari più storiche ed approfondite, e in cui emerge l'amore dell'autrice, docente universitaria e appassionata di Storia dell'Italia rinascimentale, per un'epoca che affascina in maniera costante soprattutto, è curioso dirlo, gli anglosassoni, spesso attratti dai vizi e dalle vicende mediterranee, più ancora che gli autori nostrani, Maria Bellonci a parte.
Interessante l'aver inserito nel libro la vicenda degli ebrei di Spagna, una delle tante storie di persecuzione dimenticate nell'Europa rinascimentale, e l'aver sottolineato l’apertura mentale dei Borgia verso le persone di altre confessioni religiose.
Unico neo, una protagonista poco incisiva, pretesto per rappresentare una vicenda di personaggi lontani e affascinanti, ma alla fine in ombra in balia degli eventi storici: forse un riflesso delle tante amanti oggi dimenticate di Cesare Borgia, affascinante e crudele, morto tragicamente come in una tragedia di Shakespeare, che tanto amò le ambientazioni italiane per le sue opere.
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