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I Personaggi di Antonio Albanese: un Modo Divertente di Raccontare l’Italia

Creato il 27 febbraio 2015 da Dietrolequinte @DlqMagazine
I Personaggi di Antonio Albanese: un Modo Divertente di Raccontare l’Italia

È un Antonio Albanese applauditissimo ed osannatissimo quello che la sera dello scorso 22 febbraio 2015 si è presentato sul palco del Teatro Metropolitan di Catania; da troppo tempo mancava dalla sua amata Sicilia (e non abbiamo dubbi che la ami, visto che uno dei suoi personaggi più conosciuti "viene" proprio da questa regione), e il pubblico ansioso di rivederlo lo ha premiato costringendo gli organizzatori ad aggiungere questa terza serata extra alle due già in cartellone da mesi.

Il suo Personaggi altro non è che un succedersi di maschere vecchie e nuove partorite dalla comicità di Albanese, maschere che si alternano sul palco senza un filo conduttore in particolare, o almeno così sembra perché poi al centro della sempre originalissima pièce ci sono pregi, difetti e nevrosi dell'italica gente che vengono messi alla berlina.

Come ogni artista che si rispetti, Antonio Albanese non si limita ad accontentare i presenti con la riproposizione di "cavalli di battaglia" come, ad esempio, Alex Drastico ed Epifanio, ma porta con sé anche le sue nuove creature riuscendo a non ripetersi nonostante la lunghissima militanza sia a teatro che in TV. Epifanio, il cui tormentone viene fatto urlare alla platea, una delle sue maschere più antiche, si è da sempre prestato a riflessioni filosofiche e un po' surreali, quindi non ci stupiamo che anche nel 2015 sia così; semmai stupisce di più l'evoluzione di Alex Drastico, che alla caricatura esemplare del siciliano DOC, alle prese coi figli e con l'emigrazione al Nord, aggiunge delle riflessioni semiserie sulla mafia, che ha provato a coinvolgerlo direttamente; probabilmente un Alex più maturo rispetto a quello che anni fa si poteva incontrare al mitico videocitofono della Gialappa's Band e le cui uniche ossessioni erano la lunghezza dei suoi attributi fisici (ma questa fissa gli è rimasta anche oggi) e gli insulti arzigogolati ai tre malcapitati Marco Santin, Carlo Taranto e Giorgio Gherarducci: un esempio, dunque, di vecchio classico che si evolve e matura, il che fa sicuramente onore al suo autore che preferisce non cullarsi sui soliti cliché dalla risata assicurata.

Tra i "nuovi classici" non poteva invece mancare il politico Cetto La Qualunque, che viene però riproposto inframmezzando la gag vera e propria con la narrazione di gustosissimi retroscena: Albanese, infatti, alterna le parti in cui si cala nel personaggio a quelle in cui ritorna Antonio e racconta al pubblico com'è nato Cetto: e probabilmente rende il tutto ancora più comico sapere che La Qualunque nasce da un mix di politici purtroppo realmente esistiti, come testimoniato con esempi concreti riportati da alcuni comizi, una trentina tra Nord e Sud in cui Albanese e il suo amico autore Piero Guerrera hanno sentito di tutto e di più, compresi i famosi improperi rivolti agli avversari (nel caso di Cetto il povero De Santis); in pratica, Albanese non ha fatto altro che riprendere tutte queste espressioni colorite aggiungendo solo le punteggiature e qualche pausa.

In quasi due ore di spettacolo, con frequenti e veloci cambi d'abito, scenografie praticamente inesistenti e qualche brano del bistrattato Amedeo Minghi a fare occasionalmente da colonna sonora, Albanese fa divertire, interagendo persino con loro quando possibile, gli spettatori catanesi, una buona parte dei quali probabilmente ritorna con la mente a quando negli anni Novanta vedeva gli stessi personaggi in televisione. Alle grasse risate si somma così la nostalgia che riporta molti degli astanti ai giorni felici dell'adolescenza.

Inutile negarlo, Personaggi di Antonio Albanese altro non è che lo specchio di un'Italia che crede di essersi evoluta negli ultimi decenni, ma che probabilmente è rimasta sempre la stessa, con le sue contraddizioni ed i suoi paradossi.


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