Le migrazioni marine notturne sono influenzate dalla quantità di ossigeno presente negli strati d'acqua.
Lo ha scoperto un gruppo di ricerca internazionale coordinato dall'italiano Daniele Bianchi, dell'Università canadese McGill, e pubblicato sulla rivista Nature Geoscience. I dati indicano inoltre che i futuri cambiamenti nei livelli di ossigeno presenti nei mari potrebbero in futuro modificare gli schemi migratori degli animali marini.
Ogni giorno, nelle ore del tramonto, nei mari avviene un'enorme migrazione dagli strati più profondi, dove i pesci cercano rifugio dalla luce e possono sfuggire più facilmente ai predatori, verso gli strati superficiali nei quali è più facile trovare cibo.
Questi spostamenti verticali comportano anche lo spostamento di grandi quantità di carbonio e nutrienti in grado di alterare la composizione chimica degli oceani.
Sulla base dei dati raccolti a livello globale tra il 1990 e il 2011 i ricercatori hanno analizzato la composizione dell'acqua nei livelli nei quali vivono gli animali marini ed hanno scoperto che le migrazioni verso diversi livelli di profondità sono strettamente collegate ai livelli di ossigeno nell'acqua. Maggiore è la concentrazione di ossigeno nelle acque sub-superficiali, maggiore è il dislivello in cui si muovono gli organismi. Dallo studio - riferisce una nota Ansa - emerge quindi che eventuali modificazioni, naturali o indotte da attività umane, nei livelli di ossigeno presente nell'acqua potrebbero alterare gli schemi di distribuzione degli organismi marini e i loro spostamenti.