I più Influenti al mondo

Creato il 02 dicembre 2011 da Robibaga
Quali sono le menti più eccelse dell'anno che sta finendo, quali sono gli uomini e le donne il cui pensiero ha maggiormente influenzato l'opinione pubblica e ha cambiato la storia? Il Foreign Policy, sito di politica estera, ha stilato la classifica delle 100 personalità il cui pensiero è stato influente negli ultimi 12 mesi. Una classifica con molte sorprese e con un nome italiano: Ilda Boccassini. Ilda la Rossa. Il pubblico ministero di Milano è l'unica personalità italiana presente nella classifica di FP. A dire il vero il suo nome è strettamente legato a quello di Silvio Berlusconi e anche la motivazione data da Foreing Policy per inserirla in classifica si riferisce principalmente all'ex premier italiano. "Se vi è un simbolo vivente del tracollo che ha colpito il Mediterraneo quest'anno, questi è Silvio Berlusconi" esordisce, infatti, l'articolo sul magistrato. Dal Bunga Bunga ai tanti (24) processi che hanno coinvolto l'ex premier, il nome del pubblico ministero accompagna quello di Berlusconi ormai da quasi vent'anni. Famosa per la sua lotta alla mafia, politicamente orientata senza misteri a sinistra, da diciassette anni Ilda la Rossa ha inseguito la sua "preda preferita" e, come scrive FP, è stato solo grazie alla diciassettenne Ruby che è riuscita finalmente a trovare come fermarla. Insomma, essere riuscita a mettere la corruzione del berlusconismo sotto processo, nonostante le difese a mezzo campagne stampa dell'impero mediatico di Berlusconi, pare essere l'unico motivo per cui FP ha deciso di collocare Ilda Bocassini al 57esimo posto della classifica. La primavera araba. Dieci nomi per raccontare una rivoluzione. Le prime dieci posizioni della classifica di Foreign Policy, infatti, includono uomini e donne coinvolte nella cosiddetta "primavera araba", cioè l'insieme dei movimenti popolari che hanno fatto crollare i regimi dalla Tunisia all'Egitto fino alla Libia. I primi cinque della lista sono: Alaa Al Aswany, scrittore egiziano che ha raccontato e ha contribuito — rischiando la vita — alla caduta di Mubarak; Mohamed ElBaradei, il volto politico dell'opposizione al regime egiziano; Wael Ghonim, responsabile del marketing di Google per il Medio Oriente e primo blogger ad aver attaccato il regime di Mubarak. Poi ci sono Ali Ferzat, vignettista e avvocato per i diritti umani siriano, e Razan Zaitouneh, prima donna nella classifica, anch'essa avvocato per i diritti umani che ha criticato pesantemente il regime siriano. Donne pensanti. Abbiamo già detto di Ilda Boccassini e di Razan Zaitouneh, ma quante sono le donne che hanno influenzato il 2011 con il loro pensiero? Per la precisione 31, spesso molto differenti tra loro. Da un lato, infatti, ci sono coloro che combattono per la libertà del loro Paese, come le donne della primavera araba o Aung San Suu Kyi, la leader della dissidenza birmana, per anni imprigionata dal regime. Dall'altro, invece, donne potenti come Condoleeza Rice, Hillary Clinton o Christine Lagarde; o divenute potenti e ascoltate grazie ai buoni uffici del marito. E' il caso di come Melinda Gates, consorte di tale Bill. Certo, anche la Clinton ha tanto di marito (un altro Bill); tuttavia, ha poi saputo emanciparsi scrollandosi dalle spalle lo scomodo peso del compagno. I più famosi. Tra i cento nomi scelti da FP molti sono sconosciuti al grande pubblico, o a chi non segue quotidianamente la vita politica mondiale. Altri, invece, sono nomi che esprimono potere e notorietà, ma che forse pochi avrebbero immaginato tra i pensatori più influenti nel consesso sociale. Parliamo di Nicholas Sarkozy e Angela Merkel, decisamente centrali nella crisi economica europea; o Mark Zuckerberg, anche se in questo caso non è chiaro se la portata rivoluzionaria sia da attribuire alla sua invenzione — Facebook, tra l'altro non più fresca di novità - o il suo pensiero, sconosciuto ai più. Tra i pensatori di professione figurano filosofi di sicuro valore, come Bernard-Henri Lévy, le cui posizioni su casi giudiziari spinosi come quelli di Roman Polanski, Cesare Battisti e Dominique Strauss-Kahn — un garantismo che, espresso anche dopo le sentenze di riconosciuta colpevolezza di Polanski e Battisti, è sembrato sfociare in un latente desiderio di impunità - lasciano spazio a legittime perplessità sull'inserimento tra i cento pensatori più influenti.

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