I poeti: arthur rimbaud, jim morrison

Creato il 13 dicembre 2013 da Wsf

Volevo solo ringraziarla per la sua traduzione di Rimbaud. Mi è molto utile perché non leggo correntemente il francese… Sono un cantante rock e il suo libro viaggia sempre con me.

P.S Il disegno di Picasso in copertina è magnifico.


Così, Jim Morrison, scrive a Wallace Fowlie, professore di letteratura francese alla Duke University, nel 1968. Jim portava con sé, ovunque andasse, una copia delle Illuminazioni di Rimbaud, e assieme al compagno di corso Phil Oleno, progettò di fermare su una pellicola alcuni momenti della vita del “poeta maledetto”. Addirittura al termine dei suoi concerti era solito rilasciare autografi firmandoli “Arthur Rimnaud”.


Il poeta fu un autore culto per Jim Morrison che fece, delle visioni del poeta e delle proprie, immagini potenti di introspezione emotiva. Le sue visioni, a detta dello stesso Morrison, furono dovute all’incontro con l’anima di uno shamano morto in un incidente nel quale lui e la sua famiglia si trovarono impelagati mentre percorrevano il deserto tra Albuquerque e Santa Fe, nel Nuovo Messico: sulla strada una moltitudine di corpi appartenenti ad un gruppo di lavoratori indiani, della tribù Pueblo, molti dei quali insanguinati. Più in là, Jim sente l’anima di uno shamano entrare dentro di lui e influenzarlo per il resto della sua vita.
Questo lo scopo della sua musica-poesia: “Permettere alla gente di entrare in uno stato mentale particolare, che è quello in cui può indurti la musica con la sua capacità ipnotica di allentare i freni, lasciare che l’inconscio faccia la sua parte, quale che sia; Liberare la gente dai modi limitati in cui vede e sente” (“apriti un varco dall’altra parte” recita la canzone Break on through):

Non è un segreto che il giorno uccide la notte
e la notte squarta il giorno
ho tentato di scappare
Ho tentato di nascondermi.
Sfonda le barriere che ti bloccano il cammino


D’altronde, Platone nel Fedro spiega: “Chi senza la follia delle Muse giunga alle Porte della Poesia, convinto che grazie all’arte sarà valido poeta è incompiuto e la poesia di colui che è in senno viene oscurata da quella di chi è preso da follia.”

Concetto ripreso anche da Socrate, che ricordava ai suoi allievi come i poeti dovessero essere “folli” per raggiungere un’autentica ispirazione divina: se lo erano, allora le rivelazioni del loro oracolo – parole, poesie, storie espresse in stato d’incoscienza e possessione divina – potevano definire il posto dell’uomo nel Cosmo.
Ed ancora, secondo Democrito “nessuno può essere grande poeta senza esaltazione furiosa”;  si tratta, peraltro,  dello stesso “furor” che agita la Sibilla cumana. Furor è una delle divinità del corteo di Marte, ma è anche lo stato di incontenibile esaltazione che contraddistingue il poeta invasato. Il poeta divinatore che evoca parole, immagini, paradossi e miti.


Scrive Rimbaud:
Il poeta è veramente un ladro di fuoco. Ha a suo carico l’umanità, perfino gli animali; dovrà far sentire, palpare, ascoltare le sue invenzioni; se ciò che riporta da laggiù ha forma, egli dà forma; se è informe, darà l’informe… Questa lingua sarà dell’anima per l’anima, riassumendo tutto, profumi, suoni, colori, pensiero che aggancia il pensiero e che tira


Secondo Rimbaud, dunque, il poeta deve la propria lucidità sovrannaturale alla capacità di coltivare sistematicamente le sensazioni e, qualche anno prima, nei Paradisi artificiali, Charles Baudelaire afferma che l’immaginazione è  “una facoltà quasi divina che intuisce immediatamente, al di fuori dei metodi filosofici, i rapporti intimi e segreti delle cose, le corrispondenze e le analogie”.
Il furore ribelle che prorompeva da Arthur Rimbaud può essere considerato simile a quello che sprigionava da Jim Morrison, che, nei suoi taccuini, appunta una breve “presentazione autobiografica” molto simile, nella struttura, a quella di Rimbaud nel capitolo Cattivo sangue di Una stagione all’inferno. Scrive Morrison:
Sono Scozzese, o così
mi dicono. In realtà
l’erede di Cristiani
Misterici
Serpente nella Forra
Il figlio d’una
Famiglia di militari…
Mi sono ribellato alla chiesa
dopo fasi di
fervore
A scuola mi arruffianavo la stima
& attaccavo gli insegnanti
Mi misero in un
banco d’angolo
Ero un matto
Il ragazzo più sveglio
della classe

Scrive Rimbaud:
Dei miei antenati Galli ho l’occhio biancazzurro, il cervello stretto, e la goffaggine nella lotta. Trovo il mio modo di vestire barbaro quanto il loro. Ma non mi ungo di burro i capelli.
I Galli erano gli scorticatori di bestie, i bruciatori d’erba più inetti del loro tempo.
Di loro, ho: l’idolatria e l’amore del sacrilegio; – oh! tutti i vizi, ira, lussuria, – magnifica, la lussuria; – soprattutto menzogna e pigrizia.
Ho orrore di tutti i mestieri. Padroni e operai, tutti bifolchi, ignobili. La mano da penna vale la mano da aratro. – Che secolo di mani! – Io non avrò mai la mia mano. [...]
Non mi vedo mai nei consigli di Cristo; e neanche nei consigli dei Signori, – rappresentanti di Cristo. [...]
Ora sono maledetto. Ho orrore della patria. Il meglio, è un bel sonno ubriaco, sul greto.


Jim Morrison
, un anno prima di morire, abbandona i suoi slanci sovversivi ripiegando su un più mite buonsenso. In un’intervista radiofonica rilasciata nel maggio 1970 alla CBC dice:
“Mantengo un pessimismo illuminato riguardo alle cose, così non resto deluso quando non vanno come voglio. Non voglio una rivoluzione. La rivoluzione non è altro che il passaggio da una corrente all’altra. E io penso che una rivoluzione in questo paese sarebbe un disastro. Vale ancora la pena di lottare per gli ideali democratici. Occorre solo cambiare qualche leader, cambiare qualche legge”

Sia Rimbaud, sia Morrison, dice il prof. Fowlie, hanno dato voce alla ribellione della gioventù: “ognuno di loro scoprì quanto è misteriosa la psiche umana e non incontrò scienza che potesse spiegarla in modo soddisfacente”. Rimbaud, insolente ragazzo delle Ardenne, Jim Morrison che ai concerti anziche’ cantare parlava, invitava il pubblico a salire sul palco, scambiò  il cappello con un poliziotto, si buttò fra la folla, iniziò la danza del serpente e mentre ancora molti lo imitavano, tornò al microfono per incominciare a sbottonarsi i pantaloni.

Per quell’azione, Jim è stato condannato per atti osceni in luogo pubblico e solo nel 2010 a circa quarant’anni dalla sua morte, il Re Lucertola viene graziato – per iniziativa del governatore della Florida Charlie Crist – dal Board of Executive Clemency, la commissione dello Stato della Florida che ha il potere di concedere la grazia ai condannati. Quella sera Jim era ubriaco, come sempre, e sembrava più interessato ad avere una reazione da parte del pubblico che ad esibirsi. Invogliò i presenti ad amarsi l’un l’altro: “Vorrei vedere un pò di nudità qui intorno… toglietevi i vestiti e amatevi…Voi non siete venuti fin qui per la musica, vero? Volete qualcosa di più, vero? Non siete qui per il rock’n’roll, siete venuti per qualcos’altro, no?”. E così dicendo Morrison fece il gesto di sbottonarsi i pantaloni… Si trattò di una provocazione che gli costò cara: una condanna a sei mesi di prigione e 500 dollari di multa e la brusca interruzione alla carriera dei Doors, allora sulla cresta dell’onda.
L’uscita di Deserto, il libro di versi firmato Morrison, fu un avvenimento nella storia del rock. Jim voleva diventare un poeta e non ce la fece, ma molte sono le somiglianze fra i suoi testi e quelli di Rimbaud. Wallace Fowlie le rileva una ad una in un saggio che alla fine di tante conferenze, nel 1991, decise di scrivere.

Alcune poesie
THE SEVERED GARDEN

Oh, Sono Stufo del dubbio
Di vivere alla luce di un certo
Sud
Legàmi crudeli
I servi hanno il potere
uomini spregevoli e le loro volgari donne
stendono misere coperte sui
nostri marinai
(E tu dov’eri nella nostra povera ora?)
A titillarti i baffi
o a sfogliare una margherita?
Sono stufo di facce severe
Che mi fissano dalla torre televisiva
voglio delle rose nel pergolato del mio giardino; capito?
Bambini regali, rubini
devono ora prendere il posto
di stranieri abortiti nel fango
Questi mutanti, pasto di sangue
per la pianta seminata

Stanno aspettando di portarci nel
giardino separato
Sai quanto pallida e sfrenatamente eccitante
viene la morte a una strana ora
inattesa, imprevista
come uno spaventoso ospite più che amichevole che ti
sei portato a letto
La morte rende angeli tutti noi
e ci dà ali
dove avevamo spalle
lisce come corvine
grinfie
Basta denaro, basta abiti di lusso
Quest’altro Regno é di gran lunga migliore
finchè la sua doppia faccia rivela l’incesto
e la libera obbedienza a una legge idiota
Non andrò
Preferisco una Festa di Amici
Alla Grande Famiglia

COMPLETAMENTE IMMACOLATI

Ti dirò che…
Nessuna eterna clemenza potrà mai perdonarci, ora
Per avere rovinato l’alba

Riandando a quei giorni, ogni cosa era più semplice e più confusa
Una sera d’estate, andando al molo
Mi imbattei in due ragazzine
La bionda si chiamava Libertà
La scura, Avventura
Parlammo, e mi raccontarono questa storia
Ora ascolta un po’…
Ti parlerò di Radio Texas e del grande ritmo
Ad andamento lieve, lento e folle
Come una sorta di nuovo idioma
Che colpisce la tua mente con la fredda, improvvisa furia di un messaggero divino
Lascia che ti parli delle angosce e della perdita di Dio
Delirando, delirando nella notte senza speranza
Qui fuori nel perimetro non ci sono stelle

Qui fuori siamo completamente
Immacolati

Maledizioni, Invocazioni
Strani bastardi microcefali
Mi aspetto che uno di voi si elevi
Strabordanti checche obese
Tossici duri dei giardinetti e veterane della figa
Bizzarri santi del cavolo
Ammassamerda e individualisti
Pallosi spogliarelli d’impiegati
Perdenti a denti stretti e
Avidi magnaccia
I miei dandy militanti
Tutti i più strani generi di mostri
Anelanti l’estasi alcolica
Siete i benvenuti alla nostra processione

Arrivano i Commedianti
Guardali sorridere
Osservali danzare per un miglio indiano
Guarda il loro gestire

Quanta sicurezza
Tanta da esprimere chiunque a gesti
Le parole dissimulano
Le parole siano svelte
Le parole assomigliano a bastoncini che camminano
Piantali, cresceranno
Guardali ondeggiare così
Sarò sempre un uomo-parola
Meglio che un uomo-uccello

RADIO TEXAS E IL GRANDE RITMO

Voglio parlarti di Radio Texas e del Grande Ritmo
Viene dalle paludi della Virginia, calmo e lento
Con un ritmo in sottofondo, serrato e difficile da eseguire
Qualcuno lo definisce celestiale nel suo splendore
Altri, volgare e pietosa versione del Sogno Occidentale
Amo gli amici che ho radunato su questa fragile zattera
Abbiamo eretto piramidi in onore della nostra fuga
Beh, questo è il Paese dove morì il Faraone

Bambini
Il fiume contiene esemplari
Voci di donne cantano invitandoci a un remoto sbarco
E stranno dicendo:
“Dimentica la notte
Vivi con noi nelle foreste d’azzurro”

Cibo frugale per anime dimenticate

Ti dirò che …
Nessuna eterna clemenza ci perdonerà
Per aver sprecato l’alba

E un mattino ti sei svegliato
E lo strano sole
E aprendo la tua porta…


Secondo la storia ufficiale, Jim Morrison è morto all’età di 27 anni nelle prime ore del mattino del 3 luglio 1971, nella vasca da bagno del suo appartamento a Parigi.
Invece, in un articol apparso sulla rivista Rolling Stones, le cose sono diverse. Sembra che Jim Morrison sia morto nel bagno di un locale notturno a Parigi e che una cantante, Marianne Faithful, abbia giurato di mantenere il silenzio sugli eventi che hanno portato alla morte del cantante per overdose di eroina. Il dubbio su tutta la vicenda appare legittimo se si considera che Jim Morrison non aveva mai assunto eroina negli USA e aborriva sia le droghe che le siringhe. E il mistero continua.


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