I politici? Tutti al muro!

Creato il 23 ottobre 2011 da Dailyblog.it @daily_blog

Di Gianni Pardo il 23 ottobre | ore 07 : 04 AM


I POLITICI? TUTTI AL MURO
Wikipedia(1) insegna che l’antipolitica può nascere dall’egoismo come dalla delusione, può essere passiva o attiva. Attiva è per esempio quella dell’“Uomo della Provvidenza”: qualcuno che viene a fare il bene del Paese superando i riti, gli impacci e la corruzione dei potenti. A volte l’esistenza di questo personaggio è vista come l’unico modo di porre rimedio alla cattiva politica dei molti con l’azione disinteressata di uno solo. E si può avere fortuna, se ci si è affidati a Pericle o De Gaulle, o si può cadere nella dittatura.
Il tiranno è visto come l’assoluto contrario delle aspettative, e tuttavia il collegamento fra antipolitica e autocrazia è evidente. In democrazia i governanti non suscitano nei cittadini né amore né timore. Il popolo li vede nella loro condizione di normali cittadini e spesso anzi concepisce per loro un notevole disprezzo. Soprattutto la parte più incolta e più frustrata arriva a sentire una sorta di odio per il potere e finisce col tendere all’anarchia. Ma proprio l’anarchia – come ha visto secoli fa Aristotele – può condurre alla dittatura: essa è infatti insopportabile e induce al suo opposto.
Per fortuna questi esiti drammatici non sono i più frequenti. Tuttavia, se l’antipatia per i governanti riesce a cambiare il regime, non può che sfociare in un altro regime. Come osservò già Aristotele, la non-politica è concettualmente contraddittoria: se ha successo non può che condurre ad un’altra politica; e se non ha successo, aggiungiamo, si limita alla costituzione di partiti folcloristici e sostanzialmente inoffensivi come quello di Beppe Grillo.
La forma più pura dell’antipolitica rimane comunque quella “acritica”, cioè quella che non ha portato ad un risultato. Essa è infatti la causa, naturalmente precedente nel tempo, dell’eventuale risultato. Il quale peraltro spesso non è previsto: i francesi si affidarono a De Gaulle pensando che egli avrebbe fatto il bene della nazione, in particolare difendendo l’Algeria, e in realtà il Generale fece il bene della Patria, ma concedendo a quel Paese l’indipendenza.
Quando la democrazia è solida, si può sorridere dell’ingenuità delle frange della società che reagiscono alla vita pubblica con rabbia e una grande voglia di cambiamento radicale. Anche se non sanno quale. Ma il fenomeno è ricorrente, per non dire eterno, e dunque è importante.
Chi è scontento pensa che la colpa di tutto sia dei politici del momento, giudicati imbecilli e disonesti. Crede dunque che mandando al potere altre persone tutto potrebbe andar meglio e non pensa che le nuove mele sarebbero prese dallo stesso cesto dal quale provengono le vecchie.
Alcuni infatti spazzano via questa obiezione col dogma: chiunque sarebbe meglio di chi è al potere. Vogliamo chiunque tranne Reza Pahlavi, chiunque tranne Berlusconi. E poi l’esperienza può dimostrare che no, si può avere peggio dello Scià. Eccome.
In politica bisogna avere idee chiare e invece, se si parla di programma, gli arrabbiati si limitano a dare la stura ad un delirio di soluzioni drastiche e mitologiche. “Bisognerebbe impiccare ai lampioni gli evasori fiscali”, per cominciare. Anche il barbiere che ha tagliato i capelli al fratello gratis, senza pagare le tasse su quel servizio? No, il barbiere no. E allora è chiaro che il problema è più complesso.
Anche riuscendo a far ragionare l’interlocutore in un campo, la voglia di soluzioni semplici e definitive non si ferma mai e non conosce ostacoli. La benzina costa cara? “Si realizzi finalmente il motore ad acqua: si smetterebbe di arricchire sceicchi e petrolieri!”, dicono. Ed è inutile spiegare che l’acqua non ha nessuna energia da cedere. La bolletta è cara. Apriamo centrali nucleari? “Volete scherzare! La soluzione sono le energie alternative. Le fonti rinnovabili”. E se uno obietta che in nessun Paese del mondo si è riusciti a fare a meno delle centrali elettriche, la risposta è pronta: tutto dipende dalla malvagità e dall’avidità di chi ha interesse a mantenerle. E le tasse? “Semplice, bisogna abolirle tutte”. Giusto. E faremo a meno di polizia, scuola, ospedali, carceri, strade. La corruzione? “Tutti in galera, al primo sospetto”. Bene. E se il sospettato fossi tu? “Ma io non sono nessuno!” E allora vuoi buttare in galera qualcuno solo perché è qualcuno?
In troppi non capiscono che i problemi sono semplici solo per chi non è chiamato a risolverli.
giannipardo@libero.it
(1) Da leggere. Il testo è breve, chiaro e completo. http://it.wikipedia.org/wiki/Antipolitica


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