Pollo numero uno. Avevo una volta un fidanzato antipatico e pieno di sé. Un giorno, ragazzina di belle e incaute speranze, gli dissi che se mi avesse procurato un pollo, glielo avrei cucinato con amorevole cura. Me lo procurò, lo scellerato. Non solo era il pollo più grosso e flaccido che avessi mai visto, ma era ancora tutto da pulire. Aveva persino la testa. Di fronte a tanta munificenza, mi agghiacciai. Siccome il fidanzato era anche un avaraccio, ebbe paura di avere buttato il denaro e si offrì di pulirlo lui, il pollo. Il ricordo del fidanzato che, munito di guanti gialli, con ghigno malevolo svuotava le interiora nel lavandino della cucina, è ancora vivido nella mia mente. Fatto il misfatto, uscì a scolarsi (presumo) un goccetto. Io e il pollo rimanemmo soli, nella casa vuota. Soli, io e il pollo e i miei pensieri.
Ma cosa mi era venuto in mente? Forse cercavo una proposta di matrimonio? Una pasta al pesto, facile e gustosa, non potevo proporre quella?
Comunque, afferrai l'ex pennuto, lo adagiai in una teglia, lo irrorai con olio e qualche spezia trovata qua e là nella cucina del fidanzato, accesi il forno a gas e cercai di infilarcelo dentro.
Ma il pollo non ne voleva sapere di entrare in quel misero fornetto. Era esageratamente grosso. La cucina, con il forno acceso e lo sportello aperto, cominciava a scaldarsi troppo. Io incominciavo a sudare troppo. Spinsi il pollo nel forno. Le sue carni si impigliavano nello sportello. Spinsi ancora più forte. Spinsi con tutte le mie forze. Il pollo si schiacciò a dovere, assunse la forma squadrata del fornetto e io riuscii a chiudere lo sportello. Ero sfinita e assai accaldata, ma ce l'avevo fatta.
E' inutile che vi dica che quel pollo non arrivò mai a cottura. Un odore nauseabondo invase tutta la casa (un bilocale). Il fidanzato, che era avaro ve l'ho già detto, cercò comunque di mangiarsi il povero pollo mezzo crudo, ma desistette. La sottoscritta ragazzina di belle e incaute speranze perse sì un fidanzato (meno male), ma acquisì parecchi fan tra i gatti del quartiere.
Gli altri polli ve li racconto nei prossimi giorni, altrimenti questo post diventa troppo lungo.
PS: Non è che io non ami cucinare, anzi certi piatti mi riescono benino. In estate invitiamo anche gente a cena. E' che non mi piace cucinare tutti i santi giorni. Quindi propongo un piccolo sondaggio. Votate qui a fianco, perfavore.
Già che ci sono vi riporto il risultato del sondaggio "Il papà cambia il pannolino al pargolo?" da me proposto qualche settimana fa (e scusate se non l'ho fatto prima). Ecco: il 41% dei papà cambia spesso il pannolino, il 25% cambia il pargolo in caso di assoluta necessità, il 25% ogni tanto e soltanto l'8% mai e poi mai. L'1% si è volatilizzato, sì che ho dato qualche esame di statistica.
Dedico i risultati di questo sondaggio al mio caro cognato P., un papà che promette bene.