mi è capitato nella vita di incontrare uomini potenti.
non certo potenti “assoluti”, che ne so, il papa, il presidente della repubblica o licio gelli.
diciamo “potenti relativi”.
potenti che, in un modo o nell’altro avevano a che fare col mio mondo.
all’università esistono, esistono nelle aziende, esistono anche nella vita di tutti i giorni.
e vi vorrei parlare di qualche sottocategoria di questi potenti. intanto vi dico subito: parlerò degli uomini, non perchè non ci siano donne potenti ma perchè statisticamente ho incontrato molti più uomini e perchè le donne sono potenti in modo più frastagliato e disomogeneo, mentre gli uomini potenti mi paiono potenti un po’ tutti allo stesso modo.
la prima categoria è il potente classico.
il potente classico ha cinquant’anni, ha dedicato la sua vita a diventare potente e c’è riuscito, per cui ci si immagina che sia felice. spesso dà l’idea del contrario.
il potente classico ha di solito un figlio o due, che conosce appena ma del quale ti narra gli episodi di quando aveva dieci anni, poco importa che adesso ne abbia diciotto, lui si ricorda solo di quell’estate nella quale passarono un giorno insieme al mare e quindi per lui, suo figlio ha ancora dieci anni, il costume e la maschera col boccaglio, bloccato in un’avventura da raccontare quando si ha voglia di pensare di avere anche una famiglia.
la vita del potente classico è fondamentalmente una vita di solitudine. le persone o ti detestano o ti temono, per cui, se possono, semplicemente ti girano al largo.
il potente classico per tanto si consola con quel che può. per certi versi ha anche lui dei problemi col tempo che passa e tratta il mondo come un immenso negozio di giocattoli. vuole la macchina grossa, vuole passare avanti nelle code, vuole sempre mangiare nel ristorante migliore e bere il vino più costoso. non perchè questo sia bello in sé, ma perchè questo lo aiuta a pensare che farà anche una vita di merda, la moglie si scopa il lattaio, il figlio prende le peggio pasticche in discoteca, ma cazzo! valeva la pena! guarda lì in che ristorante sono!
il potente classico è spesso accompagnato, seppur da lontano, da un potente-aspirante tale.
il potente-aspirante tale ha trent’anni, è stato assunto dal potente classico, ha le scarpe con la punta all’insù e mangia anfetamine e fegato, le anfetamine le compra, il fegato è il suo.
il potente-aspirante tale infatti deve prendersi tutte le rogne del potente classico, risolverle e sparire.
per questo è un filo stressato. è ancora innamorato della moglie, la sa a casa da sola e gli girano, perchè sono sposati da un anno, lei è rimasta incinta durante il viaggio di nozze a sharm e il bimbo è davvero un angelo, e al potente-aspirante tale piacerebbe passare del tempo con loro, ma lavora 12 ore al giorno e quando esce dal lavoro va a correre perchè se non corre esplode.
il potente-vorrei ma non posso ha ventotto anni, è arrivato tardi, il suo posto è già stato preso dal potente-aspirante tale e deve subire.
subisce le prese in giro dei due potenti ridendo istericamente ogni volta che gli danno del finocchio, ogni volta che lo trattano da scemo, ogni volta che raccontano una barzelletta che non fa ridere.
lui ride e lavora, ride e lavora.
non ha una fidanzata, non ha tempo.
a volte i potenti andrebbero presi, portati a fare colazione, separati dal cellulare e rimandati a casa, un pochino, così, tanto per fargli riprendere il contatto con la realtà.