I poteri forti non esistono, l'ha detto Super Mario Monti

Creato il 25 novembre 2011 da Dagored

Finalmente l'atteso vertice a tre tra Angela Merkel, Nicolas Sarkozy e Mario Monti è avvenuto, non so bene cosa gli esperti si aspettassero dovesse essere deciso dai tre capi di Stato, ma quello che è sicuro è che ieri non è stato trovato alcun vero accordo su cosa fare per affrontare la crisi.
La Germania, come avevo già scritto ieri, non ha alcuna intenzione di assumersi oneri aggiuntivi, per di più da questa situazione ha solo che da guadagnarci, almeno nel breve tempo, per cui, anche se oggi pure la Cina invita gli stati europei a emettere gli ormai famosi eurobond, dopo che ieri lo aveva fatto il Giappone, tutto è rimasto come prima.
L'unica cosa che è veramente mutata in questi giorni è l'atmosfera che circonda l'operato del governo: caduto quello del grande piccolo clown brianzolo i giornali si coccolano il nuovo sobrio ed educato governo dei professori, che non solo è preparato e professionale, ma anche simpatico e spiritoso, come sottolinea il Corriere della Sera.

Le virtù di Mario Monti e dei suoi ministri appaiono quasi taumaturgiche un po' a tutti i grandi quotidiani italiani, ma è proprio il Corriere delle Banche, come lo ha soprannominato Dagospia, a considerarlo molto più che un semplice governo tecnico. Il prestigioso quotidiano di via Solferino però non si ferma agli auguri di buon lavoro, si prodiga anche nel dare buoni consigli al neo premier con uno dei suoi editorialisti di punta, Ernesto Galli della Loggia che, ribadendo il concetto che "i governi tecnici non esistono", invita il professore a dare al suo governo una immagine politica ben definita, in modo da poter durare ben oltre il semplice periodo necessario a mettere in piedi le manovre finanziare necessarie a rimettere in carreggiata i conti dello Stato.
Del resto Mario Monti può ben definirsi il candidato del Corriere, dal momento che fu proprio il direttore del quotidiano a lanciare la candidatura del professore già sei mesi or sono, come fu poi lo stesso quotidiano ad ospitare gli articoli che Monti scriveva per illustrare quello che sarebbe stato il suo programma di governo.
Se poi aggiungiamo all'appoggio del corriere quello de La Repubblica, con il suo editore Carlo De Benedetti che ha stracciato pubblicamente la sua tessera numero uno del Pd per abbracciare il professore col loden, e quello de Il Messaggero di Francesco Gaetano Caltagirone, l'uomo più liquido d'Italia, definizione che non si riferisce alla sua partecipazione nell'Acea, nonché suocero di Pier Ferdinando Casini, regista politico del cambio di governo, si potrebbe quasi dire che il governo Monti sia nato grazie all'appoggio dei "poteri forti", se non fosse lo stesso neo premier ad assicurarci che in Italia i poteri forti non esistono.

I poteri forti non esistono e chi ne parla è un complottista ossessionato dalle congiure e dai retroscena da basso impero, oppure appartiene a formazioni retrive e ultranazionaliste come l'euro deputato inglese Nigel Farage, il cui discorso al parlamento europeo è stato ignorato dai media italiani (che poi sono quelli sopra nominati), ma del quale internet ha comunque permesso la diffusione.
Secondo Farage, in estrema sintesi, nell'intera europa c'è una preoccupante crisi della democrazia e i governi Monti e Papademos ne sono la lampante dimostrazione e che a risolvere la crisi sono chiamati gli stessi che l'hanno creata.
Sempre i soliti complottisti, quelli che sei mesi fa davano per scontato un governo Monti prima di Dicembre,
prospettano un prossimo scenario con lo stesso Monti al Quirinale e con Corrado Passera, l'ex ad di Banca Intesa San Paolo e ora ministro per lo sviluppo, a Palazzo Chigi: chissà se indovineranno anche questa volta
.

L'unica incognita rimane il voto popolare, che potrebbe riservare, ancora, delle sorprese, ammesso se ci saranno ancora delle elezioni popolari, perché a questo punto si può cominciare a dubitare di tutto, specialmente quando un pensatore del calibro di Massimo Gramellini, quello del lamento, comincia a dubitare del principio "una testa un voto" e auspica la "migliocrazia", che probabilmente sarebbe quella che darebbe dirito al voto solo a chi dimostra un reddito superiore ai 90mila euro.
Intanto, grazie alla mancanza di decisioni da parte dei governi gli indici di borsa continuano a scendere, mentre continuano a salire gli spread dei titoli di stato, che oggi vede il btp italiano a quota 504punti, in attesa della manovra da 15mila miliardi del nuovo governo.

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