di Roan Johnson (Italia, 2011)
con Claudio Santamaria, Francesco Turbanti, Paolo Cioni
VOTO: ****
Naturalmente nulla andrà come deve andare, anche perchè non c'è nessun golpe in vista: i carri armati incontrati durante la 'fuga' in realtà stanno andando a Roma per la parata del 2 giugno, così come il confine Jugoslavo si rivela meno amichevole del previsto: meglio dirottare allora sulla frontiera austriaca e chiedere asilo politico al governo di Vienna... in ogni caso in fretta, perchè con i militari al potere è chiaro che gli 'intellettuali' come loro saranno 'i primi della lista' dei ricercati!
I primi della lista, opera prima del regista anglo-italiano Roan Johnson, è un tripudio di risate, gag, divertimento e tanta, tanta ironia. Ma nient'affatto stupido: anzi, possiamo dire che questo filmetto apparentemente esile e scanzonato, giocato sapientemente sull'arte comica dell'equivoco, riassume in tono canzonatorio ma efficacissimo lo spirito paranoico e rivoluzionario dell'epoca, incentrato sulla psicosi delle bombe, degli anni di piombo, dello scontro di classe.
Claudio Santamaria
Il film di Johnson è un piccolo gioiello di sceneggiatura, interpretato in maniera magnifica da tre attori bravissimi: il già noto Claudio Santamaria (che fa il Masi) e i due debuttanti Paolo Cioni (il Gismondi) e Francesco Turbanti (il Lulli). Il trio è affiatato e scoppiettante, perfetto per interpretare un road-movie sconclusionato e terribilmente comico, infarcito di quella 'toscanità' schietta, spontanea e irriverente, perfetta per un soggetto del genere. Un film dallo sguardo disincantato su ciò che è accaduto 'ieri', ma che sotto sotto ci induce neanche troppo velatamente a guardare ai giorni nostri, raffrontando le paure dei giovani di oggi con quelli degli anni '70. E scoprendo che, tutto sommato, non sono cambiate di molto: la fuga, l'insicurezza, l'instabilità, la precarietà.Cioni, Santamaria, Turbanti
Ah, dimenticavo di dirvi che... beh, questa storia è così assurda da essere successa davvero. Non perdetevi i titoli di coda, con i tre attori che incontrano fisicamente i tre 'bischeracci' di allora, sulle note di 'Quello che non ho' di De Andrè. E vedendo quelle immagini, c'è perfino un sussulto di commozione.p.s. Ancora un'altra cosa: nel dicembre dello stesso anno, quel fatidico 1970, l'aristocratico fascista Valerio Borghese tentò davvero la 'marcia su Roma', sventata all'ultimo istante. E allora, forse, il Masi non aveva proprio tutti i torti...