I sostenitori della privatizzazione si fanno forti dei numeri forniti dell’Istat, secondo i quali il nostro obsoleto sistema di distribuzione dell’acqua perde circa il 47% dell’acqua che trasporta e che quindi si deve ricorrere al capitale privato per investire e modernizzare il sistema.
A parole direi che sembra tutto giusto, ma ci sono un sacco di MA…
Il primo è che in tutti gli altri sistemi in cui si è assistito ad una privatizzazione non si sono avuti notevoli miglioramenti (Alitalia, FS, Poste Italiane, ecc…) quindi va smontato il mitico vademecum “pubblico = cattivo, privato = buono”.
Il secondo “MA” riguarda la pericolosità di assoggettare il bene acqua alle regole del mercato. Queste regole, infatti, prevedono che più si vende e più si guadagna e che minore è l’offerta rispetto alla domanda e maggiore sarà il prezzo di vendita. Queste regole applicate ad un bene importantissimo e limitato come l’acqua potrebbero creare delle situazioni a dir poco catastrofiche.
Il terzo ed ultimo “MA” e molto semplice. Chi vuole la privatizzazione del sistema di distribuzione dell’acqua mira a risolvere gli sprechi della Pubblica Amministrazione. Ma non sarebbe più sensato sostituire gli amministratori incompetenti invece che vendere ai privati??? Ma non solo, più che di vendita si dovrebbe parlare di svendita, infatti, le società pubbliche essendo obbligate a cedere il 40% delle loro quote si pongono sul mercato come dei contraenti debolissimi il che difficilmente porterà ad otterranno grossi guadagni da queste cessioni.
In sintesi:VOTARE SI PER DIRE NO