I “procol harum” a bellinzona (ch) il 24 luglio 2015

Creato il 02 giugno 2015 da Musicstarsblog @MusicStarStaff

Dal 24 al 26 luglio è in programma a Bellinzona (Canton Ticino – Svizzera), in piazza Del Sole, la 15ma edizione della rassegna “Beatles Days” nata nel 2001 come celebrazione della musica e cultura dei “fab ’60” (i favolosi anni ’60), che può vantare ogni anno un ricco cartellone.

 Apripista, il giorno inaugurale, è una formazione “cult”, addirittura leggendaria, che ci ha lasciato dei brani da antologia, i “Procol Harum”, considerati i “profeti del suono orchestrale”, la cui musica è una strepitosa compenetrazione tra “sinfonico” e “rock”, una miscela di Bach e suoni più moderni “beat”, con una svolta verso il “progressive”, con l’imprescindibile apporto del mitico organo Hammond.

Famosissima in Italia sul finire degli anni ’60, la storica “band” non ha primeggiato solo nei paesi anglosassoni, ma ha registrato vendite elevatissime anche da noi con il 45 giri “A whiter shade of pale” (1967), che ha dominato le classifiche della nostra “hit parade” per ben 21 settimane, fulmineo successo seguito da una trionfale “tournée” che ha toccato le principali città della penisola, facendo anche tappa al “Piper”, fulcro della “dolce vita” giovanile nottambula di Roma di allora.

L’incanto della musica del pezzo è accompagnato da un testo di notevole forza evocativa, con atmosfere fuori dal tempo, suggestioni oniriche e visionarie e citazioni “colte” dei “Canterbury Tales” di Geoffrey Chaucer e tutto questo per descrivere l’amaro addio di una coppia di ragazzi dopo una serata di eccessi trascorsa nei locali, con il volto di lei che assume, per l’emozione, “una sfumatura più bianca di pallido” (il titolo alla lettera). Accolti favorevolmente in Gran Bretagna e U.S.A., un po’ meno in Italia, anche “Homburg” e “A Salty Dog”, quest’ultimo un racconto surreale di ambientazione marinara carico di simboli, che pone in primo piano la necessità di “prendere terra” e approdare in un porto definitivo dopo tante tempeste. Nonostante questa “cripticità”, sono state fatte delle versioni in italiano delle canzoni dei “Procol Harum”, molto più semplificate e non traduzioni fedelissime, ad opera di Mogol, che trasformò “A whiter shade of pale” in “Senza luce” a misura dei Dik Dik e di Daniele Pace che riscrisse “Homburg” come “L’ora dell’amore”, incisa dai Camaleonti, quale fu la reazione degli “originali” di fronte a questa operazione?Pare che Gary Brooker (n. 29/05/1945), il “leader” nonché portavoce del gruppo non ne fu troppo esaltato ed ebbe da ridire che i suoi brani erano concettualmente più impegnati e metafisici, comunque non mancò di scrivere una lettera di ringraziamento ai Dik Dik che avevano

contribuito alla diffusione della sua musica in Italia, perché con le “royalties” che gli arrivavano come diritti d’autore dalla Siae aveva realizzato introiti da capogiro.

Devono assolutamente entrare a far parte anche del bagaglio culturale delle nuove generazioni, da respingere senza appello chi osa presentarsi alle selezioni di “Amici”, “X-Factor” o “The Voice of Italy” mostrando di non conoscerli.

Nel video sotto un “assaggio” dei Procol Harum in uno dei loro brani più noti.

Info biglietti: ticketcorner.ch e biglietteria.ch

by Fede


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