I professionisti della democrazia.

Creato il 09 marzo 2014 da Cristiana

Scrive Gustavo Zagrebelsky su il Fatto Quotidiano:

«Mi colpisce che la legge elettorale sia decisa dagli accordi d’interesse di tre persone (Berlusconi, Renzi, Alfano), invece che dalle ragioni della democrazia, cioè dalle ragioni di tutti i cittadini elettori. Mi colpisce tanta arroganza, mentre con un Parlamento delegittimato come l’attuale, si tratterebbe di fare la legge più neutrale possibile. Mi colpisce che si pensi a una legge che, contro un’indicazione precisa della Corte costituzionale, creerebbe una profonda disomogeneità politica tra le due Camere. Mi colpisce che si dica con tanta leggerezza che non importa, perché il Senato sarà abolito. Mi colpisce che nel frattempo, comunque, si sospenderà il diritto alle elezioni, perché la contraddizione tra le due Camere impedirà di scioglierle. Mi colpisce che non ci siano reazioni adeguate a questa passeggiata sulle istituzioni». 

Ora lungi da me dare lezioni di “Costituzione” a GZ che ne sa molto più di me e che leggo spesso con piacere, ma dire che la legge elettorale si sta facendo con l’accordo di tre persone è una frase in malafede e che non rende merito alla bravura del suddetto. Renzi, Berlusconi ed Alfano non sono un triumvirato nominato da Dio, ma sono i capi di tre partiti che messi insieme hanno la maggioranza parlamentare (Grillo come sappiamo si limita allo show, quindi è inutilizzabile in parlamento). Qualcuno di loro è stato acclamato segretario, qualcuno votato a delle primarie, qualcuno si è autonominato e su questo sì, che varrebbe aprire una bella discussione politica e non a caso quando si parlava di riforme ho aggiunto che la riforma dei partiti e della loro democrazia interna è una cosa fondamentale, certo non con un panorama politico dove due due tre più grandi partiti hanno una forma padronale: M5S e FI. Ma quando avremo (se l’avremo) la maggioranza bisognerà mettere mano anche a questo. E magari fare anche una legge elettorale migliore dell’Italicum.

Capisco invece moltissimo il punto sollevato da GZ sulla legge elettorale dedicata alla sola Camera e non estesa al Senato, paura che ha manifestato anche il prof. D’Alimonte: è chiaro ed evidente che Alfano sta cercando di incastrare Renzi e si sta costruendo un lasciapassare, temendo che Renzi dopo l’approvazione della legge elettorale, alla prima crisi porti tutti a votare. Alfano è come Casini, sguazza nelle dinamiche di palazzo, ma teme le elezioni. Ne avevo già parlato qui.

Detto questo però trovo assurde le critiche di personalismo, sanno di professionisti della democrazia: ma come dopo tutte le adunate di Repubblica nelle piazze per la difesa della Costituzione non abbiamo imparato che siamo una democrazia parlamentare e che finché c’è un governo con la fiducia le camere non si sciolgono? Ci piace? A me no, infatti preferirei un sistema elettorale che determina un governo chiaro e se quel governo non va, si torna al voto. Quello che il PD sta cercando di fare. Renzi che piaccia o no oltre ad essere premier è anche segretario del più grande partito del Paese e in questa veste (non quella dell’individuo singolo, ma della rappresentanza) sta cercando (con molte difficoltà e molti ostacoli sui cui il cammino delle riforme sta malamente inciampando) di portare a casa un risultato che alle prossime elezioni NON costringa nessuno a dovere fare inciuci innaturali o larghe intese paludate. Ce la farà? Non lo so, vedo molte cose che non mi piacciono e questa della legge elettorale dedicata alla sola Camera è una porcata perchè è fatta apposta per non andare a votare se dovesse servire.

Ecco questo passaggio è importante: non è vero che in questo momento il popolo è delegittimato o la democrazia svuotata come alcuni sostengono. Potrebbe accadere che le larghe intese non funzionino prima che le riforme siano completate ed è giusto farsi la domanda: cosa accadrebbe in quel caso? Me lo chiedo anche io. Ovvio.

Ma come ho detto spesso quale alternativa c’è in questo momento se non provarci? Provare con questi numeri e questi equilibri. Non vedo alternative. Tornare al voto per ricominciare da capo? Chiedere a Grillo di fare il maggioritario uninominale? Non ha voluto nemmeno parlare con Renzi. Insomma vorrei davvero sapere quali sono le alternative se non non toccare nulla, lasciare tutto così, far passare il tempo, fino alle prossime elezioni, fino al prossimo parlamento monco di possibilità.

E per finire consiglio a tutti noi questa bellissima lettura sulla crisi della democrazia (“La democrazia è stata la vincitrice degli scontri ideologici del XX Secolo: se vuole rimanere vittoriosa anche ne XXI, deve essere allevata con costanza quando è giovane e premurosamente curata quando è matura”), dentro ci sono molte riflessioni che è doveroso fare.


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