Nella commedia della crisi si recita a soggetto.
Personaggi ed interpreti: Produttori e Consumatori.
I primi soffrono di un eccesso di capacità produttiva, al mercato portano beni in eccesso; non paghi, retribuiscono il lavoro che produce con un reddito insufficiente a smaltire il prodotto. Viene così svalutato il valore delle loro merci.
Con questi Tizi, ed i loro vizi, si brucia ricchezza non si incontra la crescita.
I secondi acquistano, ben oltre il bisogno, magari a debito, trasformando quelle merci in ricchezza; consumando l’acquistato forniscono l’input per nuovamente produrre.
Con le virtù di questi Cai viene fornita continuità al ciclo economico, sostegno alla crescita.
Quando però il credito, che rifocilla quei redditi insufficienti, si mostra inattingibile siamo alla crisi.
A fronte di tutto questo ora tutti, ma proprio tutti, invocano la crescita.
Beh, a conti fatti, visto che sembra esserci ficcato più valore nell’esercizio del consumare che in quello del produrre, si rende necessario estrarre questo valore.
Per farlo si potrebbe trasfondere liquido monetario, prelevato da Tizio, nell’esercizio svolto da Caio ed ops i secondi potranno tornare ad esercitare le loro virtù; i primi vendendo l’eccesso vedrebbero mondati i vizi del loro fare.
Così la crescita potrebbe ripartire, appagando pure gli invocanti.
Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009
www.professionalconsumer.splinder.com
www.professioneconsumatore.org