Chi l’avrebbe mai detto che Kyle Lowry sarebbe migliorato ancora, tanto da poter dire che, a 29 anni e dopo 10 stagioni in NBA, stia giocando il miglior basket della propria carriera. I quasi 18 punti e 7 assist tenuti di media nelle ultime due stagioni sembravano il massimo raggiungibile, soprattutto a seguito della tragica sconfitta e delle pessime prestazioni mostrate contro i Wizards e lo stesso John Wall negli scorsi playoff.
Kyle Lowry, Toronto Raptors – Immagini fornite da Panini SPA
In tutto questo ha avuto un ruolo senz’altro decisivo l’incredibile perdita di peso avuta in estate dal nativo di Philadelphia, che lo ha reso più veloce, più esplosivo, pur senza togliergli troppa della forza fisica e della tenacia che lo hanno caratterizzato fin da quando è sbarcato in NBA. L’aumento di rapidità, nelle ultime stagioni uno dei pochi difetti evidenti rispetto alla media delle point guard nella Lega, lo ha reso assai più pericoloso, con molte più penetrazioni al ferro e falli subiti per spedirlo in lunetta, da dove tira oltre 6 liberi a partita, per altro con l’88%. E questo non è l’unico aspetto di gioco che ha giovato del suo cambiamento.Lowry sta anche tirando molto di più e con molta più efficacia da oltre l’arco, mettendo insieme un fantastico 42% da tre punti su oltre 7 tentativi a partita, entrambi career-high di spanne finora. Un difetto del passato, condiviso anche dalla squadra di appartenenza, era una difesa quanto mai deficitaria, ma il prodotto di Villanova sta aiutando i canadesi ad essere, al momento, la quarta miglior compagine in NBA da questo punto di vista, concedendo agli avversari 100.5 punti a partita, 100.7 ogni 100 possessi, che scendono sotto la tripla cifra quando Lowry è sul parquet. I suoi 22 punti a partita, cui aggiunge 4.9 rimbalzi, 6.3 assist e 2.5 rubate, non possono ormai più passare inosservati, soprattutto se abbinati a tali prestazioni sui due lati del campo. Coach Dwayne Casey non può che usare parole di stima per il giocatore che più di tutti è responsabile del momentaneo terzo posto della propria squadra nella Eastern Conference: “E’ così veloce, così forte, è come un piccolo topo che si infila trovando il buco giusto e sa esattamente come concludere l’azione“. A 29 anni, suonati Lowry è diventato la miglior guardia della propria Conference.
John Wall ha concluso il mese di novembre con una prestazione da 6/25 dal campo e due liberi cruciali sbagliati in una sconfitta di misura. L’avversario? Proprio i Raptors, schiacciati senza pietà dallo sweep più incredibile visto negli scorsi playoff. Le sole quattro vittorie di Washington lo scorso mese sono state frutto, soprattutto, delle pessime prestazioni della loro stella, capace di appena 14.3 punti di media, col 37% dal campo e il 27% da oltre l’arco, con 4.5 perse a partita. Dicembre, però, è coinciso con la resurrezione del nativo della Carolina del Nord. Le potenzialità fisiche di Wall sono ben riconosciute, soprattutto per quanto riguarda la sua eccezionale velocità ed il suo esplosivo atletismo. Un corpo da 1.93 per quasi 90 chilogrammi di peso, però, si presta anche ad gioco più fisico, trovando tanti mismatch favorevoli contro le altre guardie. L’assenza di tante pedine importanti nel frontcourt dei Wizards ha reso fondamentale implementare questo aspetto del suo gioco ed il prodotto di Kentucky non ha trovato difficoltà a farlo a dovere.Wall ha usato la propria stazza per portarsi in post contro altre guardie e sfruttare il vantaggio con facili conclusioni a canestro o, altrimenti, cercando di sfruttare quella che è una delle sue doti principali, la capacità di trovare l’assist giusto, specialmente un passaggio per un avversario libero sul lato debole. L’assenza dei big men sotto canestro ha costretto la squadra della capitale a quintetti più bassi, creando ampi spazi e la possibilità di penetrazioni più efficaci. A proposito di questo Wall ha dichiarato: “Abbiamo cinque tiratori puri sul parquet e dobbiamo costruire una giocata efficace. Ora sono le altre squadre a doversi adattare a noi, cambiando gioco, e noi possiamo sfruttare il tutto a nostro favore“. Sul suo problema fisico al ginocchio riscontrato contro i Mavericks, che non lo ha fermato dal proseguire il suo dicembre magico da 27.7 punti, col 55% dal campo, 9.8 assist e 3 rubate di media, il 25enne ha aggiunto: “Se non è rotto, posso giocare. Siamo vicini a costruire qualcosa insieme, se gioco bene la squadra ha una possibilità in più di vincere. E così deve essere“. Volontà e consapevolezza di essere un campione, dentro e fuori dal campo.