E’ un libro divertente, ingannevolmente leggero, e molto cinematografico. Ogni racconto è commentato in nota dall’autore, che si rivela una persona spiritosa, amichevole. Si rivolge direttamente ai lettori, raccontando talvolta degli aneddoti o delle cause che hanno portato alla stesura della storia, o alla scelta del titolo. L’ho considerato “cinematografico”, nel senso che lo stile molto fluido e ricercato nello stesso tempo riesce a creare un’illusione di immagini che scorrono nella mente del lettore, che si trova ad assistere piuttosto che a leggere. Personalmente, non riuscivo a smettere di immaginare i Vedovi Neri modellati sui visi e sui corpi di attori americani degli anni ’60, come Rock Hudson, Henry Fonda, Cary Grant, immersi nelle atmosfere patinate e divertenti delle commedie hollywoodiane di quegli anni, dove i giochi di parole, un certo umorismo e una buona dose di ironia riuscivano a costruire dialoghi brillanti e di spessore. Queste caratteristiche, unite al desiderio di scoprire un Asimov diverso dallo scrittore di fantascienza, al debole per i gialli e per l’intuizione improvvisa, da “pensiero laterale” sono riuscite a farmi chiudere un occhio di fronte alla leggera misoginia dei protagonisti...per una volta al mese, si liberano dalla presenza femminile, percepita come un peso da cui è necessario prendere le distanze ogni tanto, per lanciarsi in discorsi seri e vari. E’ solo una sfumatura, sia chiaro, ma non ho potuto fare a meno di vederla, nel loro rifiuto anche di portare ospiti femminili, o fare entrare qualunque donna nel loro Club di Vedovi Neri. In ogni caso, questo libro è un buon bilanciamento anche per il blog, dove le presenze femminili sono in netta preponderanza. ;-)
I racconti dei vedovi neri – La potenza della logica
Creato il 04 novembre 2013 da Loredana GasparriE’ un libro divertente, ingannevolmente leggero, e molto cinematografico. Ogni racconto è commentato in nota dall’autore, che si rivela una persona spiritosa, amichevole. Si rivolge direttamente ai lettori, raccontando talvolta degli aneddoti o delle cause che hanno portato alla stesura della storia, o alla scelta del titolo. L’ho considerato “cinematografico”, nel senso che lo stile molto fluido e ricercato nello stesso tempo riesce a creare un’illusione di immagini che scorrono nella mente del lettore, che si trova ad assistere piuttosto che a leggere. Personalmente, non riuscivo a smettere di immaginare i Vedovi Neri modellati sui visi e sui corpi di attori americani degli anni ’60, come Rock Hudson, Henry Fonda, Cary Grant, immersi nelle atmosfere patinate e divertenti delle commedie hollywoodiane di quegli anni, dove i giochi di parole, un certo umorismo e una buona dose di ironia riuscivano a costruire dialoghi brillanti e di spessore. Queste caratteristiche, unite al desiderio di scoprire un Asimov diverso dallo scrittore di fantascienza, al debole per i gialli e per l’intuizione improvvisa, da “pensiero laterale” sono riuscite a farmi chiudere un occhio di fronte alla leggera misoginia dei protagonisti...per una volta al mese, si liberano dalla presenza femminile, percepita come un peso da cui è necessario prendere le distanze ogni tanto, per lanciarsi in discorsi seri e vari. E’ solo una sfumatura, sia chiaro, ma non ho potuto fare a meno di vederla, nel loro rifiuto anche di portare ospiti femminili, o fare entrare qualunque donna nel loro Club di Vedovi Neri. In ogni caso, questo libro è un buon bilanciamento anche per il blog, dove le presenze femminili sono in netta preponderanza. ;-)
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