I racconti WATT 0,5: Intervista a Paolo Grassi e Nicola Alessandrini

Creato il 03 agosto 2012 da Viadeiserpenti @viadeiserpenti

Intervista a Paolo Grassi

Che cosa significa per un autore costruire una storia partendo da immagini? Le era capitato prima d’ora? È stata un’esperienza stimolante o penalizzante per la sua creatività?
Difficile stabilirlo, ogni progetto ha peculiarità proprie, così che il punto non sono tanto le immagini, come tali, quanto ciò che il progetto richiede. Per il numero 0,5 di Watt ho ricevuto cinque tavole di Nicola Alessandrini, assieme al compito di individuarne possibili elementi narrativi comuni e, da questi, dipanare una storia. Occorreva quindi aderenza, contiguità con i soggetti illustrati. Le immagini hanno quindi delineato qualche perimetro, fissato un primo contesto teorico di riferimento. Ma rispetto alla mera assegnazione di un tema, le illustrazioni già raccontavano moltissimo, godevano di un’autonomia che la parola non avrebbe dovuto appiattire o violare, senza a sua volta piegarsi alla pura didascalia. La sfida è stata quella di mettere in accordo le voci e farle dialogare. Mi è capitato spesso di partire dagli schizzi di illustratori o grafici, per collaborazioni di vario genere o per semplice improvvisazione. Con Watt, però, è stata la prima volta in cui non ho partecipato attivamente con l’autore delle immagini. In generale ho un ottimo ricordo dell’esperienza, che certamente ha stimolato, più che penalizzato, la vena creativa. Senza le immagini di Nicola, dopo tutto, non avrei mai dato vita al racconto.

Ha avuto modo di confrontarsi con l’illustratore, prima o durante la scrittura?
Ci siamo presentati solo di recente, via internet, e a volume pubblicato. Non abbiamo escluso la possibilità di collaborare ancora, magari dialogando un po’ stavolta.

Il suo racconto scuote, inquieta e sbigottisce. Un viaggio profondo nel grottesco e nel surreale dove non c’è spazio per la ragionevolezza e la comprensione. Ma una domanda resta in sospeso: che cosa è accaduto? Che cosa hanno bevuto o mangiato gli invitati al matrimonio dagli esiti così imprevisti e inquietanti?
Una banale intossicazione alimentare da gamberetti avariati, nei casi peggiori sfociata in episodi lisergici. È la rovina tragicomica di un matrimonio colossale, ma soprattutto l’occasione di scoprire, attraverso caos e delirio, le autentiche indoli dei protagonisti, ben poco surreali e anzi molto plausibili, in tal senso rivelatesi davvero inquietanti e grottesche.

Quale sarà il suo prossimo appuntamento con la scrittura?
Ho un romanzo breve in valutazione e uno più esteso in cantiere. Entrambi mi tengono sveglio la notte.

Intervista a Nicola Alessandrini

Dove e come nascono le sue illustrazioni? È più facile o difficile commentare con le immagini un testo già scritto?
Molto difficile rispondere a questa domanda. Fisicamente le mie illustrazioni nascono di nascosto nelle pause che mi conquisto nell’ufficio dove lavoro, sotto fogli a3 bianchi, nell’irriducibile lotta e convinzione che, per quanto non mi permetta di viverci, il lavoro di illustratore e più in generale di artista, non possa essere relegato agli spazi fisici e mentali dedicati agli hobbies. Concettualmente i miei disegni nascono da una naturale attitudine di pensare per immagini, dallo scontro e incontro di rabbie figurate, di desideri di matita, di dolori rubati alla realtà che vivo e osservo. Credo che commentare un testo già scritto sia molto stimolante. In realtà amo moltissimo ogni rapporto dialogico fra pensieri, le infinite possibilità che si possono creare mettendo a confronto universi creativi differenti. Le volte che mi sono trovato a lavorare su testi altrui l’approccio che ho cercato di avere è stato quello di tentare di utilizzare le immagini quasi fossero parole, non un commento al testo.

Ha avuto modo di confrontarsi con lo scrittore?
Nel caso del lavoro di Watt è accaduto il contrario di quanto accade solitamente, ovvero mi è stato chiesto di creare delle immagini su cui poi lo scrittore avrebbe realizzato il testo.
Ho avuto modo di leggere il lavoro di Paolo Grassi solo dopo la pubblicazione di Watt e l’ho trovato magnifico. Il primo desiderio che ho avuto, e che ho purtroppo dovuto reprimere per questioni di tempo, è stato quello di rimettere mano ai disegni per trasferire con ancor più veemenza quel senso di surreale, grottesca, brulicante umana bestialità del suo racconto.

Quale sarà il suo prossimo appuntamento con l’illustrazione?
Ho vari progetti personali in corso tutti ancora in fase embrionale. Sto ultimando un lavoro per il bellissimo progetto di Sara Trofa “semidisegnitelodico” (http://semidisegnitelodico.com/), ho una mostra alla Distinction Gallery di Escondido, in California a settembre e a ottobre un’altra esposizione a Salerno, presso la galleria Studio 21.

Qui la recensione di Il matrimonio


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